Antica Trattoria Piè del Dos a Gussago3 min read

Siamo a Gussago, grosso paesotto situato nella zona Est della Franciacorta sul cui territorio sussistono tre vini a denominazione controllata, la Docg Franciacorta e le Doc Curtefranca e Cellatica.
Gussago è inoltre uno dei due comuni –l’altro è Serle- dove il piatto principe dell’autunno bresciano, ovvero lo spiedo, ha ottenuto la De.Co., ovvero la denominazione comunale d’origine voluta da Veronelli.
Ci siamo venuti il primo sabato del nuovo anno e la nostra meta è l’Antica Trattoria Piè del Dos.
La trattoria si trova in frazione Piedeldosso dalla quale deriva il suo nome, ci si arriva da una stretta viuzza, una doppia insegna, la prima in alto sul muro esterno dello stabile e la seconda sopra il portone di un cortile ci indica che siamo arrivati alla nostra meta.
Entrando nel cortile si nota sulla sinistra un grande porticato pergolato dove presumiamo che nella bella stagione sia estremamente piacevole pranzare o cenare.
E’ mezzogiorno ed è il primo giorno d’apertura dopo la chiusura di una settimana avvenuta dopo Natale; fa un poco freddo nella lunga sala nella quale siamo stati messi, ci sono solamente un paio di coppie mentre dalla sala adiacente sentiamo provenire un vocio che ci indica che è decisamente più affollata.
Pian piano anche la nostra sala si riempie, arrivano altre coppie e un gruppo di giovani di ritorno da una visita in qualche cantina del territorio come traspare dai loro discorsi.
Una gentile ragazza ci porge i menù e la carta dei vini e ci informa inoltre sui piatti fuori menù.

Curata ed interessante la carta dei vini con notevole presenza di etichette lombarde e del territorio bresciano, oltre ai numerosi vini di Franciacorta troviamo infatti anche prodotti di denominazioni considerate (a torto) minori come Botticino e Capriano del Colle, ma curiosamente non ne abbiamo trovato nessuno della zona in cui siamo, ovvero della Doc Cellatica.

Tra i fuori menù ci colpiscono gli Gnudi di patate e farina di castagne conditi con ciccioli ed una crema di Bagòss, formaggio quest’ultimo prodotto nel comune di Bagolino e caratterizzato dalla presenza di zafferano.

Oltre a questo piatto decisamente molto buono (siamo in due) la scelta cade sui curiosi Spaghetti Cacio e Pesce, una rivisitazione –assai azzeccata- del tipico piatto romano con l’aggiunta di Agoni, le sarde del vicino lago d’Iseo, sia essiccate -come s’usa a Montisola- che fresche ed anche questo piatto ci risulta assai gradito.

Come secondi piatti optiamo per la Pancia di maialino cotta a bassa temperatura (altra preparazione fuori menù) e la Frittura di 5/4, ovvero frittura d’interiora. Quest’ultima risulta composta da lingua, cervello e trippa, piatto curioso e molto interessante anche se la trippa ci è parsa leggermente secca ed un poco salata.

Accompagniamo il tutto con un vino altoatesino, ovvero la Schiava Sonntaler della Cantina di Cortaccia e troviamo l’abbinamento coi piatti più che azzeccato.

Chiudiamo il nostro pranzo con il caffè, servito accompagnato da piccola pasticceria.

Onesto il prezzo pagato tanto che pensiamo di tornarci in futuro per assaggiare qualche altra specialità del territorio.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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