Anteprima Rufina 2009: singolar o piacevole tenzone?3 min read

Forse sta prendendo piede una nuova tendenza. Quando una denominazione si mette in vetrina  con la sua anteprima, le si mettono accanto altri territori significativi, si assaggiano e si confrontano gusti e zone; così magari tutti si cresce un po’ e i commenti rimbalzano sui media, il che non guasta.    

Niente scontri all’arma bianca, sono sfide cavalleresche. Inaugurata a San Gimignano ormai cinque anni fa, la formula è stata ripresa venerdì 13 novembre dal Consorzio Chianti Rufina, confermando una Toscana come al solito all’ avanguardia se non altro nelle iniziative.

Presso il Grand Hotel di Firenze Ian D’Agata ha guidato un bel confronto Chianti Rufina-Barbaresco in compagnia di Burton Anderson. L’annata 2006 accomunava tutti i bicchieri, e qui stava forse l’unico limite: più di un campione sui due versanti ha dato l’ impressione di invocare più tempo per esprimersi. L’ Ovello della Cantina del Pino è stato presentato addirittura come un esordio…Per il resto l’ amichevole duello è piaciuto ed è risultato in fondo più significativo del prevedibile. Si sono infatti confrontati alcuni dei Nebbiolo meno austeri con alcuni tra i più austeri dei Chianti (considerando anche che tutti i Rùfina erano Riserve) dando un senso al paragone.

Erano presenti fra gli ospiti anche Silvano Formigli e Barbara De Rham, cioè persone che il vino lo vendono. E questi, alla pari di altre voci della stampa sentite in seguito, si sono trovati presto a commentare un tratto comune alle due DOCG, vale a dire una certa sofferenza d’ immagine. È stato ripetuto che si continua a confondere Rùfina con Ruffino – specie all’ estero. E troppe volte in sala è stato nominato il Chianti Classico in tono di sudditanza; sul versante piemontese succedeva altrettanto col Barolo. Vero è che sono innanzi tutto i volumi di vino prodotto a giocare a sfavore di questo nelle due situazioni; e peccato per qualche bicchiere davvero (già) ben espresso tra quelli in assaggio, come i Rùfina di Frascole e Colognole o i Barbaresco di Valgrande, Ca’ del Baio e il Santo Stefano del Castello di Neive. 

Perentoria comunque la sorpresa finale: due bicchieri di 1985, da una parte il Rùfina Montesodi dei Frescobaldi, dall’ altra il Martinenga Camp Gros di Cisa Asinari dei Marchesi di Gresy:  ambedue francamene in splendida forma. A quel punto sono saliti alla ribalta i due enologi che oggi curano le rispettive etichette, Niccolò D’Afflitto e Marco Dotta, senza dubbio titolati a raccoglierne gli allori e a raccontarne i dettagli.  

L’ anteprima vera e propria del giorno dopo rompe inevitabilmente un po’ l’ incantesimo. Gli assaggi  del 2008 – e del 2007 per le riserve – confermano una realtà forse un po’ troppo variegata considerando i volumi totali prodotti. Le etichette ci ricordano subito che qui ci sono da un lato gli imbottigliatori e dall’ altra i produttori diretti e che questi ultimi lavorano sia vigneti con terreni, altitudini ed esposizioni molto diverse sia compiono scelte di cantina anch’esse chiaramente diverse. Buona comunque si è dimostrata la qualità media dei 2008, al di là delle varianti stilistiche e considerando la fascia di prezzo finale. Più convincente, forse per via del millesimo, l’ espressione e il potenziale delle Riserve (fra cui un vigoroso Lastricato del Castello del Trebbio e un consistente Bucerchiale di Selvapiana), anche se per altre aziende la differenza annata-riserva è risultata davvero eccessiva e non tanto per qualità quanto per carattere.

 

Alessandro Bosticco

Sono decenni che sbevazza impersonando il ruolo del sommelier, della guida enogastronomica, del giornalista e più recentemente del docente di degustazione. Quest’ultimo mestiere gli ha permesso di allargare il gioco agli alimenti e bevande più disparati: ne approfitta per assaggiare di tutto con ingordigia di fronte ad allievi perplessi, e intanto viene chiamato “professore” in ambienti universitari senza avere nemmeno una laurea. Millantando una particolare conoscenza degli extravergini è consulente della Nasa alla ricerca della formula ideale per l’emulsione vino-olio in assenza di gravità.


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