Annata 2012: grande vendemmia????????????4 min read

Chi avrà letto l’intervista impossibile al produttore sahariano (vedi) può aver pensato che noi di Winesurf  ci mettiamo a scherzare perché non  abbiamo argomenti da contrapporre all’inevitabile tendenza verso la glorificazione di ogni annata (nella fattispecie questa che stiamo vivendo) prima e durante la vendemmia.

Per evitare di sembrare gli eterni ragazzi che parlano perché hanno la bocca vi invitiamo a dare un’occhiata alla rubrica “Che tempo fa” che mese dopo mese fa il punto sulla situazione agronomica delle ultime sette annate. Inoltre i cinefili possono andare a vedersi i  filmati sul Grande Fratello della vite, dove si capisce abbastanza bene l’andamento stagionale toscano e si parla anche di quello di altre regioni.

Ma questo non vuole essere solo un articolo di rimandi ma una breve riflessione anche su alcuni concetti che l’agronomia, anche se non siamo agronomi e tanto meno enologi ,ha provato ad insegnarci.

Anche se ogni varietà reagisce in maniera diversa la mancanza di precipitazioni unita al grande caldo diurno, ottiene  il risultato di bruciare molti degli aromi delle uve e soprattutto blocca la fotosintesi e quindi la maturazione della parte fenolica, quella che ci hanno insegnato serve a dare “la marcia in più” ad ogni vino. Inoltre il gran caldo porta l’uva verso gradazioni alcoliche molto alte e, di conseguenza, verso acidità piuttosto basse. Questo, lo ripeto, in linea generale e esistono le ovvie eccezioni (tanto per fare un esempio l’Alto Adige, dove è piovuto anche troppo).

Noi di Winesurf abbiamo girato per buona parte dell’Italia durante questa calda estate e dove arrivavamo, oltre a sentire i peana di sconforto dei produttori, usavamo i nostri occhi per controllare cosa veramente stava succedendo. Stava succedendo quello che i telegiornali dicevano! Caldo soffocante, mancanza di precipitazioni e purtroppo d’agosto abbiamo perso anche l’ultima carta a disposizione, quella della forte escursione termica tra giorno e notte. 

A tutto questo dobbiamo aggiungere alcune cose che da anni accadono: oramai le vendemmie anticipate non sono più anticipate perché da tempo tutti vendemmiano almeno 15-20-se non 30 giorni prima di quello che succedeva fino a 10 anni fa. Inoltre molti vigneti italiani, piantati per l’appunto negli ultimi 10-15 anni, hanno un “Know how” (portainnesti meno produttivi, sesti d’impianto più stretti, minor produzione per ceppo etc) che il caldo eccessivo porta molto più facilmente verso uve con alte gradazioni alcoliche e con maggiori differenziazioni tra quest’ultime e le maturazioni fenoliche. Insomma, se mi permettete il paragone automobilistico abbiamo piantato Ferrari pensando di avere di fronte autodromi e invece l’andamento climatico le fa correre su capezzagne sconnesse.

Taccio per bontà d’animo sugli impianti di uve con maturazione precoce (Merlot über alles!), presentate come fondamentali per fare grandi vini ed oggi vendemmiate alla metà di agosto con risultati che si possono immaginare.

Mi ricordo ancora come vennero presentate le annate 1991-1992-1993-1994-1995 e (Piemonte a parte) 1996. Erano annate all’opposto di quest’ultime, spesso fredde e piovose, indubbiamente di scarso livello almeno nelle zone viticole/mediatiche, eppure sempre grandi, talmente grandi da doversi inventare l’annata grandissima per antonomasia, il 1997!

Ma torniamo ad oggi e, appunto non da oggi in Italia stiamo dicendo (non solo noi, anche i produttori e, in generale, l’universo mondo)che molte delle ultime vendemmie sono state troppo calde, siccitose, difficili, anticipate etc, ma regolarmente ogni anno si parte con i primi di agosto (I PRIMI DI AGOSTO!!!!!!!!!!! Qualche anno fa i primi di agosto i produttori andavano in ferie!!) con le vendemmie delle basi spumanti, affermando urbi et orbi di essere di fronte all’ennesima grande vendemmia, dove magari c’è meno quantità ma più qualità. Poi è il turno dei produttori di bianchi fermi e di quelli di rossi e anche lì la solfa non varia.

Dobbiamo ricordare che una delle peculiarità di una grande vendemmia sono i tempi di maturazione che non devono e non possono essere troppo brevi per permettere alle uve di maturare nei giusti tempi, nei giusti modi e con il giusto equilibrio??
 

Capisco ci sia anche del giusto nel cercare di portare acqua al proprio mulino (tutti teniamo famiglia..) ma in certe annate come questa, dove molti torrenti nonché sorgenti di grandi fiumi si sono seccate, forse tacere e  “vendemmiar silenti” sarebbe stato indubbiamente meglio.

Per carità! Poi in cantina la tecnologia (e non lo dico scherzando ma con profondo rispetto) riesce a fare tanto ma quello che fa arrabbiare è che pochi produttori dicono “Beh, l’annata non è eccezionale..staremo a vedere”: molti, troppi,  rincarano la dose, dichiarando la solita e assolutamente non sostenibile GRANDE ANNATA che quindi dovrà dare GRANDI VINI, quelli che tutti si sognano di bere.

Tenessero il profilo leggermente più basso non ci sarebbe bisogno di sostenere pubblicamente quello che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, sui nostri termometri e barometri negli ultimi tre mesi.

L’ equilibrio non serve solo ai vini!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “Annata 2012: grande vendemmia????????????4 min read

  1. Condivido con un couac….
    Anni fa, 15 – 20 non mi riccordo con precisione, bestemiavo, perchè i comunicati ufficiali italiani dicevano “annata piovosa e difficile”, annata media, annata troppo siccitosa per fare buoni vini…. i stessi comunicati in Francia erano sempre un annata eccezionale sul piano qualitativo anche se di difficile gestione.
    In fondo per quanto riguarda lq morte dell’orso le comunicazioni fatte prima di averlo ammazzato, l’orso, prefersico che siano positive, sempre di un orso vivo ancora si tratta!
    qui da me fino al 30 agosto 226mm di pioggia (200 definiscono il deserto!)
    Saluti
    Antoine

  2. Però mai dire mai. In questi giorni di pioggia, qui a Radda, il miracolo di San Giovese era impensabile!

  3. Caro Macchi, di certo il tuo/suo pezzo verrà  contestato come sempre accade quando si asseriscono argomentazioni contro-corrente. Personalmente non so se la pioggia di questi giorni raddrizzerà  la vendemmia oppure no (certo che l’escursione termica giorno-notte che regala profumi ormai è andata, perlomeno quella d’agosto, con quella di settembre vedremo) ma l’articolo mi piace perché centra un pensiero che ho da anni ormai; ossia, giornalisti che tendono sempre parossisticamente al massimo del catastrofismo o al massimo del sensazionalistico, a seconda dei casi, possiamo chiamarli veramente giornalisti? Capisco il bisogno di dare materia per costruire titoli che faranno vendere, ma qui il rischio è veramente la noia. Parlare, nel caso dell’articolo, di vendemmie che si superano di anno in anno di super in super è noia. Ma chi l’ha detto che un grande vino deve essere iper strutturato e molto alcolico? Il paradosso è che da quando si scrive – troppo – di vino, se ne vende sempre meno. I vini da-annata-del-secolo sono eccezionali se bevuti a sorsetti ma il piacere di bere si colloca tra i 12-13 gradi di alcol ed un piacevole equilibrio tra acidità  e tannino. Le ultime annate molto calde saranno anche causa di vini molto alcolici obtorto collo, ma non mi si neghi che l’idea creata dalla stampa specializzata del vino di qualità  tipo è di un grado alcolico elevato e muscoloso di struttura. L’antitesi della piacevolezza della beva. Risultato, il consumatore si orienta verso altri fronti e i consumi calano con grande danno per le piccole aziende che sono l’ossatura dell’agricoltura contadina di qualità .

  4. Ci sono molte cose giuste nel posto di Ugo. Mi piace soprattutto il concetto dei vini “troppo”, troppo alcolici, troppo strutturati, troppo difficili da bere. Questo problema è anche colpa di noi giornalisti, chi più chi meno, ovviamente… Comunque grazie Ugo per i tuoi bei pensieri!

  5. ciò che è veramente “troppo” è il marketing da campagna elettorale permanente che spinge certa gente a dire sciocchezze contro ogni evidenza e cert’altra, contro ogni logica, a crederci…

  6. caro Carlo,
    ovviamente chi più chi meno. Non generalizzo mai in nessun contesto perché l’atteggiamento più ingiusto è il fare di tutta l’erba un fascio. Bisogna apprezzare chi si distingue e ha l’onestà  intellettuale di dire verità , anche se scomode, impopolari e spesso dannose. Purtroppo, perché l’esposizione della verità  (onesta verità , perchè quella assoluta non credo esista) non dovrebbe mai essere all’origine di danni

  7. Ierisera al telegiornale c’era un tale che diceva che i prezzi “sarebbero aumentati” dal 5% al 10%, il giorno prima ce n’era un’altro che diceva che nel prossimo fine settimana il turismo “sarebbe calato” del tot per cento e oggi abbiamo un sindacato agricolo che di dice “quanto calerà ” la vendemmia. Siamo diventati un paese di indovini, mai uno che commenti un evento “dopo” che è avvenuto. Fermi, ragioniamo, cosଠnon è serio, almeno sulla vendemmia non si può aspettare la svinatura per dire come è il vino?

  8. Dici bene Carlo ma va anche detto che l’Italia è grande e ci sono state quest’anno notevoli differenze. In Abruzzo ad esempio, dopo metri di neve in inverno, intorno al 20 luglio sono venuti oltre 100 mm di pioggia e non c’è mai stata siccità . La maturazione del Montepulciano è fenologicamente nella norma e l’uva è magnifica. In Piemonte l’unica ondata di calore straordinario è stata l’ultima (Lucifero), di breve durata (ora ci vuole la coperta), per il resto è stata un’estate nella media come temperature, con buone escursioni termiche, molta luce e poca pioggia, ma ce ne fu molta in inverno e primavera quindi anche qui stress limitato. Altra musica in Toscana e Romagna.

  9. Anche in Toscana non è stato lo stesso ovunque. In giro per Montecucco e Montalcino ho visto vigneti stremati dal caldo o senza quasi parete fogliare, a parte quelli irrigati. Sulla costa, a Bolgheri, grossi problemi di siccità  non se ne sono visti e c’è stata la solita escursione termica di agosto. I climi, in unastessa regione possono cambiare moltissimo, visto che poi l’Italia non è una sola pianura compatta, ma fatta da tanti ambienti diversi, dalla collina alla montagna, dalle coste all’entroterra, ecc… L’errore è sempre generalizzare. In ogni caso, condivido chi afferma che non si può dire nulla dell’annata fino a quando tutta l’uva non è in cantina. Anche dopo, in vinificazione o affinamento, può ancora riservarci delle sorprese. Le previsioni di adesso solno solo un gioco mediatico che ha veramente stancato tutti.

  10. la mia intenzione scrivendo quest’articolo non era di generalizzare al contrario (tutto fa schifo sempre) ma di cercare di far capire che battere sempre lo stesso chiodo, gridare sempre felici e contenti “tutto va ben madama la marchesa” non solo è controproducente ma porta al non prestare più attenzione a quanto viene detto, tanto….

  11. Capisco l’intento dell’articolo e lo condivido: la mia “invettiva” era contro le chiacchere inutili. Il resto l’ho scritto come testimonianza in prima persona sul tempo.

    @ugo: condivido a pieno il discorso sui vini equilibrati ed eleganti (è il nostro modo di lavorare). Tuttavia, pur non potendo modificare l’impronta di un’annata, non tutto si subisce per forza e un buon lavoro in vigna a volte può mitigare almeno certe derive estreme. Diverso è il caso in cui l’alto grado alcolico è ricercato: non condivido ma è una scelta.

  12. Bell’ articolo, Carlo. Da sottoscrivere dalla prima all’ ultima riga, con un’ aggiunta. Di annata buona o cattiva se ne parla quando hai messo l’ uva in cantina. Prima son solo chiacchere.

  13. Bella la chicca: “Taccio per bontà  d’animo sugli impianti di uve con maturazione precoce (Merlot à¼ber alles!), presentate come fondamentali per fare grandi vini ed oggi vendemmiate alla metà  di agosto con risultati che si possono immaginare”.
    I produttori di vini di alta qualita’ hanno a disposizione le universita’ con facolta’ d’enologia per carotare i terreni a diverse profondita’ ed analizzare se i suoli e lo scheletro sono piu’ adatti per certi vitigni e meno per altri, non piantano mai a caso. Le stesse universita’ hanno a disposizione esperti di sinottica meteo, sempre per restringere il campo di scelta ai vitigni ideali. Certo che sono finiti i tempi delle parole magiche Merlot, Cabernet, Syrah come medicina per qualsiasi tipo di enologia, somministrata da qualche stregone senz’alcuna base scientifica. I nodi, come hai ben scritto tu, vengono al pettine e chi ha avuto la strampalata idea di piantare secondo le mode caduche adesso piange per vini che di qualitativamente migliore non hanno piu’ nulla. E’ finita un’era glaciale, l’intorridamento del nostro clima e’ ormai a lungo termine, sarebbe dunque meglio fare scelte oculate e sulla base di rigore scientifico, oltre che di tradizione. Bel pezzo, Carlo, come sempre.

  14. Di niente, Carlo. Ti ho letto anche sul nostro Enotime, finalmente dopo tanto tempo, e ti confesso che ne sono ancora commosso. Abbiamo bisogno di te e della tua saggezza. Sei andato ad iniziare una nuova rubrica parlando di un vino frizzante rosso che molti giornalisti storcerebbero il naso soltanto a sentirlo nominare e questo mi ricorda il nostro Don Helenio quando presento’ a Tagnin la foto del giocatore da marcare, “un certo” Di Stefano, senza dirgli pero’ chi era prima della finale col Real Madrid a Vienna, vinta dai nerazzurri insieme con la prima Coppa dei Campioni. Mi hai restituito quell’emozione della mia gioventu’ e questo per me non ha prezzo.

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