Anche in Romania si fanno concorsi enologici4 min read

Se avessi soldi adesso investirei in Romania!

Nella mia ormai abbastanza lunga carriera nel settore del vino ho avuto per ben tre volte la sensazione che fosse il momento di investire in una zona viticola e ci ho sempre azzeccato … peccato che non avendo soldi tutto e’ rimasto nei miei sogni. Dopo tre giorni quale membro di una giuria internazionale di 20 membri che ha giudicato un totale di circa 320 vini provenienti da tutta la Romania (più qualche raro campione extra paese) questa e’ l’idea che mi sono fatta e che come le altre volte resterà solo un suggerimento per gli altri, quelli che i soldi li hanno… Sob!

Due i motivi principali.

1. Ci sono molti ottimi vini sia da vitigni internazionali sia da vitigni autoctoni – particolarmente Feteasca (Alba e Regala bianche e Neagra rossa). E’ chiaramente comprensibile che chi ha una buona tecnica di vinificazione riesce ad ottenere ottimi risultati e questo vuol dire che il terroir c’e’. I vini non buoni lo sono spesso perchè frutto di vinificazioni o affinamenti sbagliati (il legno in eccesso e’ purtroppo arrivato anche qui!).

2. Pochi sanno che la Romania e’ il decimo paese al mondo in termini di produzione. Se adesso scoprono in massa di avere un grande potenziale anche dal punto di vista qualitativo presto i produttori nel mercato con ottimi vini e prezzi competitivi potranno essere parecchi. Per di più, contrariamente ad altri paesi “nuovi” produttori, hanno vitigni autoctoni di grande livello: quindi  i vini, oltre che non troppo dispendiosi potranno essere anche originali e dotati di personalità.

Se poi teniamo conto che essendo appena entrati nella UE godono di notevoli contributi (in alcune situazioni anche il 60% a fondo perduto), il quadro e’ completo. A loro sfavore gioca una burocrazia e una corruzione che trova pari diffusione forse solo in Italia e pochi altri paesi. Ma proprio perchè a questo ci siamo abituati per noi sono tra i problemi meno difficili da affrontare, ahinoi.

 
Un’osservazione solo per confermare la sensazione: abbiamo incontrato e/o visitato tre aziende, due sono di proprietà inglese e una è la cantina sociale piu’ grande del paese (5.000.000 q.li di produzione!).

Anche qualche italiano si e’ gia’ affacciato sul mercato tramite joint venture con aziende locali (per esempio Antinori e la cantina Hallewood di proprietà inglese) oppure costituendo di sana pianta una nuova realtà, come la “Petro Vaselo” di  proprietà della famiglia italiana Dal Tio (produttori delle macchine professioanli per il caffe’ "Astoria"). Comunque c’e’ già chi non ha avuto bisogno del mio consiglio per lanciarsi in questo mercato.

 
Il desiderio di emergere e di lavorare bene si e’ visto, visitando le aziende, mangiando in ristoranti di ottima qualità  (anche se italianamente più lenti di noi nel servizio), ma soprattutto nella  precisione e professionalità organizzativa del concorso. Sommelier impeccabili ma gentili e sorridenti, organizzatori preoccupati che tutti i giurati fossero a loro agio. Pensate che la prima sera sono arrivata in albergo alle 23 e pensando non avessi cenato mi avevano preparato un cestino con prodotti tipici rumeni perché a quell’ora l’albergo non serviva la cena.

 
Le prime due  mattine abbiamo selezionato i vini sopra gli 84|100 destinati alle finali (divisi per fascia di prezzo ed anche questo lo considero un modo intelligente di selezionare). La terza mattina sono stati riassaggiati tutti i vini che avevano superato gli 84 punti ed anche qualcuno che era stato giudicato eccellente da almeno un membro della giuria.

 
Sono previste medaglie d’argento per i vini che hanno ottenuto un punteggio medio compreso tra 84e 86, medaglia d’oro per quelli tra 87 e 92, grande medaglia d’oro per quelli sopra i 93|100. I risultati saranno resi noti la prossima settimana.

 
Altra decisione interessante e soprattutto, credo, indirizzata a dare un servizio ai produttori: sono stati acquistati in vari supermercati e proposti alla giuria alcuni vini bianchi e rossi demisec di prezzo compreso tra 2 e 5 euro. Vini al 99% decisamente cattivi ma prodotti perché il mercato rumeno li ama e quindi i produttori li propongono.

Tutto il mondo è paese! Finché ci sarà chi li acquista ci sarà chi li produce, ma decidere di confermare ai produttori quello che probabilmente quasi tutti loro già sanno e cioè che fanno schifo, mi sembra un tentativo positivo di educazione. Peccato che assaggiarli sia stata una vera tortura.

 
Insomma bella esperienza, soprattutto l’avere conferma che a prescindere dal paese di provenienza quando un vino è davvero grande non c’ è discussione: tutti erano d’accordo nel premiarlo. In fondo questo dovrebbe essere l’obiettivo di tutti i produttori.
 
Multumesc! (presumibilmente un saluto in lingua rumena..n.d.r.)

Maddalena Mazzeschi

A 6 anni scopre di avere interesse per il vino scolando i bicchieri sul tavolo prima di lavarli. Gli anni al Consorzio del Nobile di Montepulciano le hanno dato le basi per comprendere come si fa a fare un vino buono ed uno cattivo. Nel 1991, intraprende la libera professione come esperto di marketing e pubbliche relazioni. Afferma che qualunque successo è dovuto alle sue competenze tecniche, alla memoria storica ed alle esperienze accumulate in 30 anni di lavoro. I maligni sono convinti che, nella migliore tradizione di molte affermate PR, sia tutto merito del marito! Per Winesurf si occupa anche della comunicazione affermando che si tratta di una delle sfide più difficili che abbia mai affrontato. A chi non è d’accordo domanda: “Ma hai idea di cosa voglia dire occuparsi dell’immagine di Carlo Macchi & Company?”. Come darle torto?


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