Altra Toscana a Firenze: il vino è rosso, non viola!3 min read

Venerdì 25 marzo 2022 è andata in scena la prima edizione de L’Altra Toscana, l’anteprima di 13 denominazioni toscane rappresentate dai 10 consorzi (Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Casole, Terre di Pisa e Valdarno di Sopra) che hanno istituito la nuova associazione omonima.

Estratto dal dialogo telefonico tra me e il megadirettore.

Ma c’erano luci da discoteca all’anteprima?”

“E si… non ti dico che passione in degustazione”

“Urka. Raccontalo!”

Detesto muovere delle critiche severe al lavoro altrui perché con amic* che lavorano nella comunicazione e nell’organizzazione di eventi so quanto sia faticoso, ma devo ammettere che venerdì non ho potuto capitalizzare, come desideravo, l’occasione di assaggiare denominazioni spesso fuori dei radar.

Santa Maria Novella è un complesso stupendo che ospita spesso mostre di prestigio: dove ero seduta venerdì poco tempo fa era esposta una gigantografia di un dettaglio di un’opera dedicata a Dante. Intersecare il sommo poeta in questo modo un certo brivido lo regala.

La sala degustazione prevedeva sulla parete di sinistra l’allestimento di tutti i consorzi presenti, con le bottiglie in fila dei vari produttori presenti. Attenzione, solo le loro bottiglie, perché i produttori non erano presenti: ogni consorzio aveva a sua disposizione solo tre accrediti, che li ha spinti a una stretta (e forse non voluta) selezione dei partecipanti.

Prima difficoltà: nessuna possibilità di porre domande sui vini ai diretti interessati.

Seconda difficoltà: le bottiglie erano in bellavista, ma guai a toccarle (giustamente) visto che siamo ancora in pandemia. Perfetto, la sicurezza prima di tutto. Peccato che per quanto corressero come matti con i cestini da 6 per tutta la sala, intercettare un sommelier per una batteria di vini alzando il braccio e sventolando il tasting book era un compito non facile e richiedeva tempo.

Ma la vera difficoltà è stata rappresentata dalle luci: basse e sfumate di viola: ripeto basse e sfumate di viola! Ancora mi domando se quel Trebbiano che mi è piaciuto tanto fosse color oro o lievemente aranciato. Per i rossi poi, ho dovuto giocare di fantasia per capire se la sfumatura fosse granata o rubino con trama meno fitta.

Ammetto che l’insieme mi ha un po’ scoraggiata, ma non volendo perdere l’occasione di avere a tiro alcune denominazioni che non ho molte occasioni di assaggiare, ho scelto una selezione molto ristretta di vini e raccolto dal collega Sandro Bosticco (lì con me) ulteriori opinioni su quelle che non avevo potuto (ahimè) degustare.

Forse mi potevo limitare alla critica alle luci e il resto poteva andare bene così, sennonché due signore accanto a noi, dopo averci individuati come degustatori seriali, ci hanno chiesto consiglio su cosa assaggiare. Due giovani signore distinte, forse imprenditrici e potenziali acquirenti? Lo dico perché tolto il piacere di condividere un buon vino con qualcuno (e ce n’erano diversi) ho avuto la sensazione che anche i produttori abbiano perso un’occasione, visto che i non addetti ai lavori erano spaesati.

Rialziamo il livello con le tre masterclass tenute dal Master of Wine italiano Gabriele Gorelli.

Chiudo parlando della piccola vela a sinistra dell’ingresso all’evento, che di fronte alla mastodontica stazione spariva letteralmente, tanto che ho dovuto fermarmi a chiedere alla biglietteria dell’ingresso del museo dove fosse la manifestazione (per nulla nascosta, solo 30 metri più avanti).

Dall’interno de L’Altra Toscana ci hanno detto che forse la fretta di organizzare le cose non ha permesso di curare alcuni dettagli, incluso il logo che pare non sia definitivo.

Indubbiamente la direzione è quella degli eventi a dimensione umana come questo, dove ci si può relazionare in sicurezza (i contagi sono nuovamente in crescita) e l’auspicio è che la sfida raccolta dai 13 consorzi sia stata premiata.

Io mi prenoto già per l’anno prossimo, se il direttore mi manda, perché i Syrah di Cortona, i Colline Lucchesi, i Valdarno di Sopra, che ho assaggiato mi hanno solleticato e li voglio cercare per la mia personale cantina, per non parlare di “vecchi amici” come Carmignano, Montecucco e Orcia, che seguo con interesse da tempo: infine, fidandomi del giudizio di Sandro andrò a cercare anche le Terre di Casole.

Barbara Amoroso Donatti

Appassionatissima di vino e soprattutto “liquidi con qualche grado in più”. Punto di riferimento del giornale per tutto quanto riguarda il mondo dei superalcolici.


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