Questo contributo, che condividiamo pienamente, ci è arrivato da Paolo Massone, produttore di vino nell’Oltrepò Pavese. Siamo veramente lieti di pubblicarlo.
Certo che così son buoni tutti! Il modo di dire “sparare nel mucchio” si associa molto a questo tipo di decisioni “legiferative”, prese dall’oggi al domani senza stare tanto a pensare sul chi-come-quando. Intervento semplice, immediato e matematico: 0,5 – 0,2 sono numeri che appaiono sul display del “palloncino”, dentro sei un angelo, oltre sei il diavolo.
Chi legifera in merito a queste percentuali di alcool nel sangue sarà astemio?
Mi sono preso la briga di verificare (su internet) in merito all’età dei “conducenti” coinvolti negli incidenti gravi e mortali. Risultato: oltre l’80% degli stessi sono in un’età compresa fra i 18 e i 35 anni, con la stragrande maggioranza entro i 28.
Penso (anche per esserci passato) che in quell’età si sommino una miscela di ingredienti esplosivi, fatti di:
• Bullismo.
• Desiderio di apparire, di dimostrare.
• Voglia di ebbrezza data dalla velocità oltre il limite della sicurezza.
• Bere bevande a volte oscene ma dal nome accattivante e questo sempre per dimostrare, più che per il piacere di farlo.
• Il tutto viene aggravato con il carico da undici: pasticche o altre porcherie attuali.
Perché dobbiamo sempre legare tutte le erbe nello stesso fascio? Cerchiamo di studiare un distinguo applicabile.
Non sono io a dire di quanto, in media dopo i 35 anni, il cervello si apre e trova una dimensione data dall’esperienza, dalla maturazione, dall’aver capito che quel “dimostrare” rischiando la vita e solo roba da ragazzi.
Si invecchia, si diventa saggi e a quell’ età si agisce con più sale in zucca; non si può non tenere conto dell’esperienza, della consapevolezza in merito alle responsabilità.
Mio figlio undicenne fra sette anni conseguirà la patente di guida, ed io so che sarà, come tutti i ragazzi, alla mercè dei desideri di cui sopra. Personalmente farò il possibile per educarlo in merito, ma non sarà facile senza la partecipazione delle istituzioni. Il Ministero degli Interni può intervenire integrando l’educazione morale con quella sanzionatoria. Le sanzioni non dovranno essere pecuniarie, o per lo meno non solo; quelle, almeno inizialmente, sarebbero a carico dei genitori e quindi non servirebbero a nulla. Per sanzioni intendo la sospensione della patente anche per infrazioni leggere, per arrivare sino alla revisione ed al ritiro della stessa per infrazioni gravi, ivi compresa la percentuale di alcool nel sangue, che in questo caso potrebbe anche essere 0,2%.
L’intolleranza dimostrata nei confronti di un bicchiere di vino, francamente mi pare fuori luogo, sicuramente eccessiva per le persone di età adulta.
Direi che la migliore decisione deve tenere conto dei nostri ragazzi, evitando il più possibile agli stessi di morire fra le lamiere di un’automobile. Allo stesso tempo teniamo conto della nostra cultura secolare: togliere agli italiani (ripeto adulti) a tavola il consueto bicchiere di vino, mi pare decisamente esagerato. Con la certezza di demonizzare, a prescindere, un prodotto che è parte integrante della nostra cultura gastronomica.
E’ sicuramente complicato intervenire nella fascia d’età incriminata, ma se ci riusciremo i controlli e le sanzioni saranno sicuramente più mirate e efficaci.
In questo modo daremo una seria indicazione comportamentale ai nostri ragazzi, che sfogheranno il loro desiderio di apparire e di protagonismo anziché sulle strade, in altro modo (auguriamoci molto meno rischioso…).
Arrivati all’alba dei 35-40 anni, età in cui si inizia a ragionare con più senno e buon senso, si potrebbe permettere un minimo di tolleranza in più. Questo riuscirebbe a determinare altresì, in modo indiretto, l’inizio della cultura “alcolico-edonistica”, che peraltro ritengo abbia inizio proprio a quell’età.
In questo caso il modo di dire “due pesi due misure” può essere risolutivo per un problema con due facce della stessa medaglia. La medaglia siamo noi tutti, ma in questo caso la “faccia” dei ragazzi abbisogna di differenti interventi rispetto a quella adulta.
In questo modo salveremo capra e cavoli: i ragazzi useranno più buon senso al volante con il timore di perdere, anche se temporaneamente, l’automobile tanto sospirata e gli over 40 si recheranno più volentieri al ristorante e completeranno il piatto con il giusto vino, senza esagerare e senza i timori odierni.