A “Les citadelles du vin” in scarpine da Cenerentola3 min read

Il tempo scorre in fretta, e io sono come bianconiglio, quello di Alice nel Paese delle Meraviglie, mi aggiro frettolosa e stressata borbottando “è tardi! È tardi!”, per cosa poi ancora non so, ma veniamo al dunque.

Quando era meno caldo si è svolto a Bourg il “Les citadelles du vin”. Si tratta di un piccolo concorso creato nel 1981 dove ogni anno 40 degustatori internazionali si riuniscono per tre giorni per scegliere i migliori vini tra 800 campioni provenienti da una trentina di Paesi, dove il 70% sono vini stranieri e non francesi. Quest’anno i degustatori erano 60 per degustare 1159 campioni, quindi direi neppure troppo faticoso! Ogni due anni, la consegna dei premi avviene durante Vinexpo, o meglio, nello stesso periodo di Vinexpo, ma in una location diversa.

Il concorso gode del patrocinio dell’OIV, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, e i degustatori sono solitamente professionisti del settore vitivinicolo, come ad esempio enologi, produttori, dirigenti di cantine, giornalisti e via dicendo. La giuria è composta di 5 persone, di cui 3 devono essere stranieri, ovvero non francesi, che per tre giorni degustano due o tre serie di 15 prodotti con una pausa di 15 minuti tra una serie e l’altra.
Si può iscrivere qualunque vino e solo  il 30% della totalità dei vini presenti al concorso avrà l’onore di cingersi con una medaglia o un titolo onorifico.

Quest’anno il concorso ha voluto mettere in primo piano i vini Canadesi, con un premio speciale Ontario, e poi, dulcis in fundo, il 26 Maggio si è tenuta una conferenza stampa aperta a tutti sui vini canadesi tenuta da Barbara Jimenez Herrero  (udite udite, una donna!) presidente degli enologi canadesi e dal direttore tecnico di 13th Street Winery.

La serata di Chiusura con consegna dei premi si è tenuta a Château Lagrange, un favoloso castello (da ballo con scarpe di cristallo)  a  Saint Julien, conosciuto nel medioevo come “maison noble de Lagrange Monteil, e che è passato poi di famiglia in famiglia dal 1631. Sappiamo che nel 1824 si producevano circa 150 tonneaux, poi nel 1842 l’allora Ministro degli Interni del Re Louis- Philippe conte di Duchatel cambia il destino del Médoc e del castello in questione, iniziando la pratica del drenaggio in vigneto e portando così la produzione a 300 tonneaux. Così nel 1855 gli viene attribuita la posizione di IIIème cru.

Purtroppo però la vita è fatta di alti e di bassi, e nonostante i frequenti cambi di guardia nella gestione le vendemmie sono scarse e di cattiva qualità, e così  i 280 ettari del 1840 diventano  157 e lo Château viene acquistato nel 1983 dal gruppo giapponese Suntory.

Tra i premiati, e io qui volevo arrivare, ci sono stati anche dei vini libanesi che si sono cinti di due ori e cinque argenti:

Château Heritage – Family Reserve 2003 (oro e premio speciale Libano)
Cave Kouroum Petit Noir 2012 oro
Cave Kouroum Syrah Carignan 2011
Cave Kouroum 7 cepages 2012
Cave Kouroum Syrah Cabernet Sauvignon 2012
Clos Saint Thomas Les gourmets blanc 2012  
Karam Winery Saint John 2007
Come direi a Beirut, Yallah bye!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE