Certe volte il mondo del vino riesce a stupire anche un vecchio e assiduo frequentatore come il sottoscritto.
Ho sempre pensato che il mercato delle vecchie annate (vecchie bottiglie suona male) in Italia fosse una pia illusione, posizionandolo invece all’estero quasi ad esclusivo appannaggio di facoltosi acquirenti anglofoni, svizzeri, russi o cinesi. fedele a questo mio pre-giudizio, ieri quasi per scherzo ho messo su Facebook alcune foto di vecchie annate di champagne che una mia cara amica (astemia!!!!!) ha da tempo in cantina.
Devo dire, a mio maggior disdoro, che ne ha molte di più, che più volte mi ha chiesto di aiutarla a venderle, che ho sempre glissato la richiesta credendo impossibile o comunque difficilissimo piazzarle ad un prezzo che non fosse da “raccolta differenziata”.
Voi vi chiederete perché: perché nella mia vecchia mente si affacciavano immagini di tristissimi mercatini dove bottiglie vecchie erano esposte alle intemperie e a impossibili acquisti, o mi tornavano alla memoria le molte richieste di chi voleva vendere la solita bottiglia di “Biondi Santi del nonno” correlata di antiche bottiglie di Chianti o Brunello praticamente inservibili.
Naturalmente mi sbagliavo e sono bastate poche ore di tre foto su Facebook per farmi capire quanto: commenti a non finire, richieste sul prezzo e, quel che più conta, diverse richieste “in privato” di persone realmente interessate.
A questo punto non mi resta altro che prendermi una giornata, andare dalla mia amica e fare un inventario di quanto ha in cantina (bella roba, vi garantisco!!!).
Mano a mano che i commenti aumentavano più che stupito ero contento perché capivo che oramai il mercato del vino in Italia è un mercato maturo. Per me un mercato maturo è quello che può rispondere ad ogni tipo di domanda, anche e soprattutto a quelle di un collezionista.
Diciamo che una vecchia cariatide come me era rimasto molto indietro sul fronte del collezionismo.
A proposito, chissà che prezzi avranno i vecchi giornalisti enogastronomici?

