Come sempre la degustazione dei rossi dell’Alto Piemonte ha coperto varie annate e toccato non solo il nebbiolo, ma anche gli altri vitigni a bacca rossa del territorio.
A proposito delle varie annate conviene ricordare che le ultime 4-5 vendemmie non sono state certo le più semplici per i vignaioli locali. Nel 2020 una primavera piovosissima creò problemi gravi di peronospora, la 2021 è andata avanti con tre fenomeni gravi come la gelata primaverile, le tre devastanti grandinate da fine giugno in avanti e il fitofago papillia Japonica, mai vista in zona, a completare il quadro. La 2022 è vssuta all’insegna di una siccità per certi versi peggiore della storica 2003, la 2023 invece si è caratterizzata con piogge intense in primavera (e relativi problemi di peronospora) e rovesci importanti a fine agosto, per arrivare alla 2024 dove, da gennaio a ottobre sono caduti circa 2000 mm di pioggia.

Quindi bisogna ammettere che i produttori dell’Alto Piemonte hanno fatto, hanno dopo, anno, quasi dei miracoli, sia in vigna che in cantina. Forse il “miracolo” più interessante per noi consumatori finali lo troviano nei vini più giovani e meno impegnativi, sia a base nebbiolo che vespolina: la classica e bella florealità del nebbiolo e le speziature intriganti della vespolina si ritrovano sia nei 2024 che nei 2023 e questa per noi è la dimostrazione della crescita viticola e enologica di questo “puzzle” di denominazioni, che da qualche tempo vede anche “l’altissimo Piemonte” cioè le Valli Ossolane far parte a pieno titolo della crescita.
Per quanto riguarda invece le denominazione più famose, cioè Gattinara e Ghemme, troviamo sempre le solite classiche certezze nei nomi storici, quelle cantine che hanno anche il coraggio di non produrre determinati vini ma propongono sempre una qualità media alta e a prezzi ancora (visti i “voli” non pindarici di tanti vini langaroli) convenienti. In generale la qualità è risultata abbastanza alta, con oltre il 63% dei vini che hanno raggiunto e/o superato i nostri 80 punti.

Vorremmo poter dire di più ma Il nostro report sull’Alto Piemonte quest’anno sarà purtroppo più scarno che in passato perché molti produttori hanno deciso di non inviarci i vini per gli assaggi. Ne hanno naturalmente tutto il diritto ma siamo comunque un po’ tristi perché sono più di 15 anni che parliamo di Alto Piemonte e giriamo le sue vigne e quindi adesso speravamo, visto che un po’ anche grazie a noi il territorio è più conosciuto, che i molti e bravi vignaioli locali avessero la memoria un po’ più lunga.
