In copertina: I tre Poullys (Fuissé, Loché e Vinzelles) del Maçonnais; i 50 vini che fanno la Languedoc; la storia segreta dei classements dei vini; un grande Sauternes, La Tour Blanche; Alla scoperta dei vignaioli della Savoia.
Dopo l’editoriale di Denis Saverot (Omaggio a Pierre Cheval, venuto meno poco dopo il conferimento del premio come uomo dell’anno con Aubert De Villaine), c’è una lunga intervista a Philippe Catusse, caviste e ristoratore di Béziers, conoscitore come pochi del vignoble del Languedoc.
A seguire le notizie: la scomparsa di Charly Foucault, del mitico Clos Rougeard; lo Champagne “zero carbone” di Drappier; la Maison Picamelot ripianta una vigna storica a Talant, che risale al 1215; i nuovi sugheri di Amorim, garantiti al 100% contro il gusto di tappo .
Poi, la posta dei lettori, gli appuntamenti del vino, e finalmente il primo servizio. E’ dedicato ai tentativi di classement delle grandi vigne, di cui quello napoleonico del 1855 è l’esempio più celebre (interesserà ai lettori che amano la storia).
Il reportage del mese riguarda le avventure enologiche di otto produttori che hanno investito nell’acquisto di vigne. Il Face à Face riguarda il duello stilistico (classicità o piacere immediato) tra Le Vieux Donjon e il Domaine de Villeneuve, a Châteauneuf-du-Pape, con due verticali a confronto, dal 1998 al 2012.
La Tour Blanche, Premier cru del Sauternais , è il Domaine à la loupe scelto per questo mese, con l’assaggio di 13 annate dal 1943 al 2013.
Il territorio sotto esame è quello insolito di Mina Gerais, in Brasile, dove vino e caffè vanno a braccetto. In mezzo, le pagine di Jean-Robert Pitte (benedetto il riscaldamento globale!) e Olivier Poussier (un moelleux per le arance sanguinelle).
Al centro della rivista, l’inserto dedicato alle grandi degustazioni.
Si comincia con le 50 migliori cuvées della Languedoc (al vertice il Coteaux-du-Languedoc blanc Oro del 1995 del Domaine Peyre Rose), poi le sorprese dei bianchi del Maçonnais , a Pouilly-Vinzelles, Pouilly-Loché e Pouilly-Fuissé, quindi una verticale di Carmes-Haut Brion, il solo cru le cui vigne sono comprese all’interno della cinta di Bordeaux, infine Vouvray Moelleux e buoni vini a poco prezzo della Loira.
Completa l’inserto il servizio dedicato alla conoscenza delle procedure della vinificazione. Questa volta si parla di collage.
L’itinerario di marzo riguarda la Savoia, tra Bauges e Chartreuse, nelle terre degli antichi Allobrogi; Olivier Poels presenta il grande accordo: sella di capriolo con salsa al cioccolato e Pinot noir (tedesco, il Castellberg 2009 di Martin Wassmer). Poi: gli indirizzi , i cavistes, vino e affari, le aste, la pagina di Sébastien Lapaque (i vini della classicità e le anfore).
La Revue du Vin de France, n. 599, marzo 2016, € 6.50 in Francia, € 7.20 in Italia
