L’annata vitivinicola in Piemonte 2024: un testo semplicemente indispensabile2 min read

Una foto della mia amata Carema accoglie il lettore all’inizio di quello che oramai è un vero e proprio libro e che condensa in poche ma imperdibili pagine quello che è successo in tutto il Piemonte nell’annata viticola 2024.

Un testo che ogni anno si arricchisce di contributi e che è semplicemente indispensabile per chi si approccia adesso o si approccerà tra qualche anno ai vini piemontesi di quest’annata. Non solo perché per ogni zona si presenta l’andamento climatico nel suo complesso (precipitazioni, temperature) non solo perché viene messa in mostra la situazione fitopatologica delle uve, i dati analitici (acidità, alcol, maturazione fenolica) presi in vari momenti della fase vegetativa, ma da quest’anno troviamo anche uno spazio dedicato al commento dei dati da parte di esperti, consigli per buoni risultati sia in vigna che in cantina e, last but not least,  gli scenari attuali e futuri del mercato: tutto questo corroborato da grafici chiari e intuitivi.

Attenzione, di grafici chiari è piena la pubblicazione e in più è suddivisa per vitigno e per zone, quindi può essere tranquillamente consultata a seconda della zona o dell’uva che vi interessa e in una pagina o poco più avrete decine di informazioni.

E’ il trionfo della semplicità utile e circostanziata e consiglio a tutti di leggerlo o consultarlo, sia in forma cartacea sia online (è gratuito… di più cosa vuoi!) cliccando qui , dove potrete trovare anche tutte le vendemmie precedenti fino al 2004!!! Un patrimonio di informazioni inestimabile che trova un contraltare altrettanto importante e attendibile in Piemonte solo in Barolo MGA360 di Alessandro Masnaghetti.

Bisogna proprio dire grazie a Vignaioli Piemontesi e a Alessandra Biondi Bartolini, Monica Massa e Michele Vigasio, che hanno curato l’opera avvalendosi dell’apporto di decine di laboratori, analisti e professionisti del settore.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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