La stampa estera a portata di clic: Wine Spectator di ottobre2 min read

Sono tutti per l’Italia i titoli di copertina: tesori toscani e la storia di Riccardo Illy. Ma c’è uno spicchietto anche per Puglia e Nuova Zelanda.

L’editoriale di Marvin R. Shanken e Thomas Mathews, rispettivamente Editor & Publisher e Exective Editor  di Wine Spectator, che apre la rivista è infatti dedicato allo stile italiano.

Seguono, come sempre, le rubriche: la posta, le news ,  le malattie della vite,  l’uso moderato di vino contro l’Alzheimer, il Roquefort,e infine le pagine degli editorialisti (Laube sulla ripartenza di Manfred Krankl e Matt Kramer  sulla rivalutazione delle varietà ritenute più modeste).

Il primo, ampio,  servizio è sul blend vincente di Illy: vino e caffè.

Nell’articolo che segue tocca a Jayson Woodbridge  di Hundred Acre e Layer Cake.

Poi eccoci finalmente alla Toscana, anzi alle due Toscana, con il Sangiovese che domina  all’interno, mentre sulla costa primeggiano le  varietà internazionali. 2010 e soprattutto 2011 sono le migliori tra le ultime annate  dei rossi toscani secondo Wine Spectator: questa seconda annata soprattutto per i vini bolgheresi e maremmani. Nella graduatoria delle preferenze di Bruce Sanderson  sono gli internazionali della Costa a prevalere (ai primi tre posti ), poi troviamo un Nobile (molto più giù) e infine il Chianti classico.(quest’ ultimo va un po’ meglio nella graduatoria dei Top values, ossia i vini con un buon rapporto qualità/prezzo).

L’articolo successivo è dedicato ai Chianti del Castello di Volpaia (ma il punteggio più alto tra i suoi vini  lo ha ricevuto il Balifico, un super-tuscan).

Chiudono i servizi di questo numero quello sui vini della Nuova Zelanda, con Chardonnay e soprattutto Pinot noir (della Central Otago e Martinborough) in evidenza, e un altro dedicato alla Puglia e alla sua forte identità (irresistibile l’ascesa del Primitivo, soprattutto di Manduria e Salento) . 

Infine l’appendice della Buying Guide.Quattro vini toscani (tre bolgheresi e un Nobile) nelle categorie Top, tre toscani e un Aglianico del Vulture tra gli acquisti convenienti.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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