La stampa estera a portata di clic: La Revue du Vin de France, giugno2 min read

Il numero di giugno è sempre più corposo, in quanto è quello dedicato all’ultimo millesimo.

Ecco dunque  242 pagine interamente dedicate all’annata 2014, un’annata  che non resterà tra quelle leggendarie, ma sicuramente tra quelle abbastanza buone, dopo tre abbastanza difficili.

L’ampia rassegna delle migliori 1500 bottiglie di Francia, regione per regione, che costituisce il corpo di questo fascicolo, è preceduta dall’editoriale  di Denis Saverot, dedicato alla scoperta dei vino bio: mai così tanto in Francia e mai così buono.
Segue l’intervista alla  tennista Amélie Mauresmo: appassionata di vini pregiati, per festeggiare la sua vittoria a Wimbledon nel 2006 ha aperto un Yquem 1937.

Ancora:  le notizie (En primeur), le attualità nel mondo del vino (il ritorno di Vinexpo, la scomparsa di Anne-Claude Leflaive, icona della vitivinicoltura biodinamica a Puligny-Montrachet…).

 

Un’inchiesta  su  chi ha cambiato vita e lavoro per diventare caviste, le tecnologie  informatiche (dai droni  ai clouds ) in cantina  e la lotta alla contraffazione .

Eccoci finalmente a questo millésime  2014.

La RVF suggerisce i 10 vini  da acquistare in magnum, quelli da comperare per i figli nati nel 2014,i liquorosi da mettere in cantina, i 10 con miglior rapporto qualità-prezzo  e i 10 da bere subito.

Poi si comincia con l’Alsazia: grande annata per i riesling.

Proseguendo in ordine alfabetico: il Beaujolais (un frutto straordinario), l’ampia panoramica di Bordeaux (colpo riuscito a Médoc e Graves), la Borgogna , ancora una volta miracolata , con una grande riuscita per i rossi della Côte-de-Beaune.
E poi: la Champagne (i blanc de blancs saranno millesimati),la Corsica (ottimi i vini rossi),, lo Jura (scampato al disastro in extremis), la Languedoc (più finezza),, la Loira (annata eccezionale in bianco e in rosso). In Provenza, ottima annata per i bianchi di Cassis; nel Rodano : come sempre un valore sicuro, con vini ricchi di charme; freschezza e finezza nei vini del Roussillon.
Per finire: in Savoia mondeuses molto seduttive a prezzi interessanti; nel Sud-Ouest i bianchi sono da conservare in cantina; al contrario da bere i rossi.

Le ultime pagine del numero sono dedicate al Salon della Revue du Vin de France, al Palais Brongniart, a Parigi, con un programma ricco di grandi degustazioni (tra cui: La Mission Haut-Brion, verticale di Palmer, i grandi Bourgogne della Maison Joseph Drouhin e del Domaine Méo-Camuzet).

Ancora qualche rubrica  e la pagina di Antoine Gerbelle su Bob 100 (Robert Parker e i suoi 100 punti, che quest’anno ha disertato la degustazione della primeur a Bordeaux).

 

La Revue du Vin de France, n. 592 (speciale) ,giugno 2015, € 7.00 in Francia, € 8.50 in Italia

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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