Non vogliamo cantare vittoria ma qualcosa si sta muovendo. Se Albeisa spedisce un comunicato stampa dai toni quasi trionfalistici, in cui dice di aver risparmiato un miliardo di grammi (sic!) utilizzando più di 4 milioni di bottiglie light su un totale di oltre 14, vuol dire si inizia a capire che anche risparmiare un solo grammo di vetro può essere utile.
Forse la nostra campagna per diminuire il peso delle bottiglie sta cominciando ad avere qualche effetto concreto, anche se continua a scontrarsi con un mostro a mille teste chiamato “marketing”. Il suo insensibile credo prende in considerazione solo quello che serve sul momento, cioè vendere grazie ad una bottiglia pesante, e non ciò che dovremmo fare per continuare a vendere in futuro, per permettere ai nostri figli e nipoti di vendere vino anche fra 100 anni.
Abbiamo scritto molti articoli su questo argomento (vedi ) (vedi ) (vedi ), presentando cifre e cercando di sensibilizzare tanti produttori. Oggi abbiamo una risposta positiva: il fatto che un consorzio di produttori si faccia carico di far utilizzare (anche) una bottiglia leggera. Questo ci fa molto piacere ma non ci fa scordare che la strada da percorrere è lunghissima.
Comunque grazie ad Albeisa e speriamo che altri consorzi o associazioni di produttori prendano esempio da loro.
Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.
