Come bere Borgogna tutti i giorni e vivere felici: Côtes d’Auxerre (parte sesta)4 min read

La Borgogna sconosciuta vigna per vigna: Côtes d’Auxerre

Il nostro viaggio tra le  AOC regionali dei vini della Borgogna continua con le altre denominazioni con indicazioni geografiche complementari. Dopo quelle della Côte d’Or, altre appellations infra-regionali sono:

  • Bourgogne Côtes d’Auxerre
  • Bourgogne Côte Chalonnaise
  • Bourgogne Côte du Couchois

 

La prima riguarda i territori più settentrionali della Borgogna, quelli del Dipartimento della Yonne.

Ad essa  se ne affiancano altre, relative a territori più ristretti della stessa regione, quelle dei:

  • Bourgogne Chitry
  • Bourgogne Épineuil,
  • Bourgogne Coulanges-la-Vineuse,
  • Bourgogne Tonnerre
  • Nonché quella, piccolissima (solo 14 ettari e mezzo), dei Bourgogne Côte Saint-Jacques

Fino al 2017 fra queste era anche quella del Bourgogne Vézelay, poi diventata un’ appellation communale autonoma.

La Yonne comprende, oltre a quelle più conosciute dello Chablisien, tre AOC comunali: Saint-Bris e Vézelay, nelle quali producono vini bianchi, principalmente da uve chardonnay e sauvignon (nella sola AOC Saint-Bris) , e  Irancy, solo rossi da pinot noir , con  un apporto limitato di varietà locali come il césar e il tressot.

L’AOC con indicazione geografica più estesa del gruppo è quella dei Bourgogne-Côtes d’Auxerre, comprendente 5 comuni, per complessivi 241 ettari (il 52.7% rossi, il resto bianchi). I bianchi sono agrumati e salini, con al naso frutta bianca (pesca, mela, mandorla) dalle piacevoli note iodate, i rossi sono freschi e fruttati, di non grande struttura e con tannini delicati, molto beverini. Le vigne sono situate a sud di Auxerre, sulla riva destra della Yonne, tra i 120 e i 280 m. di altitudine, con esposizioni a dominanza sud, suoli marnosi di epoca giurassica in parte anche kimmeridgiani come quelli di Chablis.

Assaggi

Bourgogne – Côtes d’Auxerre La Ronce 2017,  Domaine Guilhem et Jean-Hugues Goisot

Pinot noir 100% da una parcella con suolo marnoso  kimmeridgiano, dal colore granata brillante, buona espressività all’olfatto, con note di frutti rossi selvatici, terra e note di cuoio, equilibrato e persistente , con tannini non aggressivi, adatto ad una moderata conservazione

Di superficie più ridotta sono le altre AOC regionali che abbiamo appena citato. Quelle di Bourgogne Chitry e Bourgogne Épineuil comprendono il territorio dei soli comuni da cui prendono il nome.  l’AOC Bourgogne Tonnerre, invece, include, oltre a Tonnerre, altri 5 comuni, fra i quali anche Épineuil, che concorre, per i soli suoi vini bianchi, anche a questa appellation, mentre l’AOC Bourgogne Coulanges-la-Vineuse altri sei comuni oltre a quello che le dà il nome. Nell’ambito delle AOC Bourgogne Chitry e Bourgogne Coulanges-la-Vineuse si producono vini di entrambi i colori, sono invece  solo bianchi quelli dei Bourgogne Tonnerre e solo rossi nei  Bourgogne Épineuil. Le superfici vitate di queste appellations minori variano dai 57.5 della più piccola, Bourgogne Tonnerre, ai 119 della più estesa, quella di Bourgogne Coulange-la Vineuse. Le uve ammesse per la produzione di bianchi e rossi sono le stesse dei Bourgogne Côtes d’Auxerre. Le uve rosse sono complessivamente prevalenti (poco più del 60%).

Se il Serein, affluente del fiume Yonne attraversa lo Chablisien, è un altro affluente della Yonne, l’Armançon che scorre nel Tonnerrois (AOC Tonnerre e Épineuil). La Yonne, le cui acque a loro volta confluiscono nella Senna, taglia le altre principali regioni vinicole della regione: le AOC comunali di Saint-Bris e Irancy e quelle regionali di Chitry e Coulanges-la Vineuse. Più a nord, tra Auxerre e Sens, su uno sperone gessoso, si trova  Joigny  (Côte-Saint Jacques).

Il terroir di Vézelay, la nuova AOC comunale, è infine molto più a sud, al confine con la Côte d’Or.

I rossi di queste denominazioni regionali, con piccole differenze, sono generalmente freschi e leggeri, un po’ aciduli, marcati dalla ciliegia, abbastanza piacevoli in gioventù, meno densi e tannici di quelli dell’unica AOC comunale “rossa” della regione, Irancy. I bianchi sono più interessanti, specie a Chitry, terroir consacrato allo chardonnay, ma dove spesso sono molto riusciti gli aligoté, specie da vigne vecchie,  e a Tonnerre dove i suoli , in parte kimmeridgiani, sono simili a quelli di Chablis e sicuramente vocati per la produzione di vini bianchi. Le vigne,  situate soprattutto  a Tonnerre e Molosmes, hanno un buon potenziale.

Assaggi

Bourgogne Chitry Domaine Alice et Olivier De Moor 2018

Da una parcella organic di circa un ettaro a Chitry-Le-Fort  su suolo kimmeridgiano, il Domaine De Moor, piccola proprietà di Courgis, nello Chablisien , con vigna anche a Saint-Bris e Chitry, ricavano un Bourgogne Chitry di esemplare purezza, quasi un piccolo Chablis, fresco e puntuto, di bella persistenza: da provare sulle ostriche e i frutti di mare crudi.

Quanto ai Bourgogne Côte Saint-Jacques , la vigna, che raggiungeva i 2.000 ettari  alla fine dell’800, è oggi limitata a pochi ettari nel comune di Joigny. Un tempo famosa per i suoi “vins gris”, dal tipico colore “oeil de perdrix”, tradizionalmente prodotti con diverse varietà locali come il tressot o petit vérdot, l’épicier o sauvignon blanc e il plant du roi o malbec. L’attuale disciplinare limita l’impiego solo al pinot gris e al pinot noir, le cui uve  sono pressate immediatamente, subito dopo la raccolta, prima che inizi la fermentazione. Molto floreali e leggermente acidi, sono spesso piacevoli.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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