Alla fine ce l’ho fatta! E così dopo molti rinvii (di anni) ho messo piede in Sardegna. L’avessi fatto prima! Ma tant’è. Inutile, come si dice, piangere sul latte versato. Non poteva andare meglio e non poteva capitare più opportunamente.
Grazie all’invito della Camera di Commercio di Nuoro, mi ritrovo a BINU, il primo Concorso Enologico Nazionale in terra di Sardegna, che si è svolto all’inizio di giungno nel raccolto e suggestivo scenario del Museo Etnografico di Nuoro.
Il concorso, voluto e sostenuto dalle Camere di Commercio di Nuoro ed Oristano, ha proclamato vincitore assoluto il Pro Vois Riserva 2007, Cannonau di Sardegna-Nepente di Olinea DOC, dei Fratelli Puddu.
Il 2° posto è andato al Vermentino di Gallura Superiore Docg 2011 Monteoro di Sella & Mosca mentre al 3° posto tre vini ex aequo: la Malvasia di Bosa Doc 2008 di Emidio Oggianu, il Cannonau CapoSardo 2010 di Deaddis e la Vernaccia di Oristano riserva 1988 di Contini.
I vitigni tipici dell’isola, confermando il buon momento che il comparto vitivinicolo regionale sta attraversando, si piazzano quindi ai vertici della classifica, dominando sui 227 vini provenienti un po’ da tutta Italia, ma con netta prevalenza ovviamente di quelli sardi.
La Sardegna dei vini quindi può essere contenta per il risultato raggiunto.
Qualche considerazione però va fatta. Non starò a ripetere quanto poco appeal hanno sui consumatori questo tipo di concorsi, né indagherò sulle motivazione che inducono a realizzarli. Di fatto però in alcune situazioni (quella sarda non è l’unica), visto che ormai ci sono tanto vale farli funzionare al meglio, cercando di dare maggior credibilità possibile e credibilità vuol dire soprattutto autorevolezza dei giudici.
Il regolamento ministeriale che disciplina la composizione delle commissioni certo non aiuta, ma si possono adottare alcuni accorgimenti in modo da rendere le commissioni più rappresentative non solo dei tecnici, ma anche della stampa specializzata.
Lo sforzo fatto da parte degli organizzatori di B’NU è senz’altro meritorio e questo deve essere un punto di partenza per poter sviluppare una serie di azioni tendenti a dare più forza al concorso.
Ragionando a voce alta e volendo veramente che il concorso assuma una veste nazionale, occorre perseguire una più incisiva azione per attrarre aziende più rappresentative delle diverse realtà territoriali, pur mettendo in conto che molte si sottraggono alle competizioni.
Da ultimo, se l’intento del concorso e della tre giorni che ruota attorno ad esso è quello di promuovere il territorio con tutto quello che rappresenta (ambiente, aziende, uomini e cultura), allora occorre anche uscire fuori dai confini regionali portando i vini vincitori in realtà dove sia possibile anche avere dei riscontri commerciali.
Sono considerazioni a caldo ma dettate dalla consapevolezza che qualsiasi strumento, anche quello del Concorso su cui nutro qualche perplessità, se usato nel modo giusto può senz’altro rappresentare un valore aggiunto.
Ho lasciato per ultimo e non perché meno importante, l’aspetto culturale della manifestazione che a me è sembrato di grande livello sia dal punto di vista musicale che teatrale e su cui varrebbe la pena investire ulteriormente.
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Direi mezzo pieno e per essere il primo anno, per un Concorso Nazionale a me sembra che non si potesse pretendere di più, sia per l’impegno profuso che per i risultati ottenuti.
Dal prossimo anno però…..