Si è chiusa con successo Aglianica 20113 min read

Anche quest’anno la tredicesima edizione di Aglianica si è chiusa  con grande partecipazione di pubblico, che ha letteralmente invaso il Castello Del Balzo di Venosa. Strapieni anche tutti  i seminari tenuti dall’ONAV e da Go Wine ed affollatisisma l’enoteca dove erano in degustazione buona parte dei vini delle aziende del Vulture ed anche quelle della DOC  Matera e Alta Val d’Agri.

E’ innegabile che  il successo di pubblico che arride alla manifestazione testimonia come questa manifestazione sia ormai diventata patrimonio delle attività culturali e di promozione del territorio. Partecipare all’evento da parte dei produttori assume quindi  un significato particolare e va aldilà della semplice vetrina rappresentativa.

Non si possono perciò non notare alcune assenze significative di produttori che non hanno ritenuto di partecipare; nomi importanti che pesano. Ne ignoriamo i motivi però li sospettiamo.

Va però tenuto conto  che quello che gli organizzatori hanno sedimentato in questi anni può anche essere messo in discussione: tutto e perfettibile , ma si rischia di buttare il bambino con l’acqua sporca e questo sarebbe meglio evitarlo .
Si assiste spesso al confronto  di posizioni contrapposte, a volte anche molto duro,  ma questo deve essere messo in un contesto positivo altrimenti si rischia di annullare tredici anni di storia e non è cosa da poco essere riusciti in tanto.
Forse la formula potrebbe essere aggiornata, forse occorrerebbe aprirsi ancora maggiormente, forse….forse…. forse… ma se  non c’è confronto nulla è realizzabile e tutto resta nel mondo dei forse.

Una partecipazione attiva da parte di tutti i produttori sarebbe un risultato che metterebbe in risalto il grande livello raggiunto in questi anni. La qualità media dei vini non è mai stato così alta;  certo si può e si deve migliorare, ma se penso solo a dieci anni fa tutto il comparto ha fatto passi da gigante. Dal punto di vista mediatico poi, non si può negare il lavoro fatto dalle due o tre aziende leader i cui risultati sono poi indirettamente ricaduti su tutto il territorio. Voler disconoscere questo, per invidia o gelosia o ancora peggio per complesso di inferiorità,  sarebbe fare non solo un torto a queste aziende, ma tagliarsi i cabasisi per far dispetto alla suocera.

Inoltre una maggiore attenzione  da parte degli enti pubblici sarebbe in futuro auspicabile se si vuole che questa manifestazione continui ad essere una vetrina per i produttori non solo del Vulture  ma di tutta la Basilicata. I tagli apportati ai bilanci regionali non possono colpire indiscriminatamente anche quelle manifestazioni che si sono distinte negli anni e che hanno sempre rappresentato, cercando di farlo nel miglior modo possibile,  i produttori dell’intera regione.

Noi non abbiamo ricette e ci guardiamo bene dal suggerirle, ma fa male guardare ad una delle manifestazioni più longeve nel sud, che quest’anno è riuscita a cavarsela per il rotto della cuffia, annaspando in difficoltà finanziarie decisamente superabili. Sarebbe un peccato se non succedesse e la Basilicata perdesse questo treno che potrebbe non ripassare.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE