Mi scuso con i lettori ma, prima di entrare in argomento, dovranno sorbirsi queste due definizioni, rispettivamente di agricoltura biologica e biodinamica.
- L’IFOAM, (International Federation of Organic Agriculture Movements), così definisce l’agricoltura biologica: "Tutti i sistemi agricoli che promuovono la produzione di alimenti e fibre in modo sano socialmente, economicamente e dal punto di vista ambientale… L’agricoltura biologica riduce drasticamente l’impiego di input esterni attraverso l’esclusione di fertilizzanti, pesticidi e medicinali chimici di sintesi.
- Per l’Agricoltura Biodinamica L’obiettivo ultimo è quello di poter fornire alimenti adatti a una umanità ed a un’ ambiente planetario sempre in evoluzione. Riuscire ad aver cura della terra per aver cura dell’uomo e viceversa (fonte www.agricolturabiodinamica.it)
Non è finita qui: adesso dovete sciropparvi anche un bel “nanetto” alla Frassica. Sono stato a visitare un produttore biodinamico. Una persona bravissima, molto seria, che segue con rigore i metodi biodinamici e va anche oltre, tanto da utilizzare il cavallo al posto del trattore. Ho parlato con lui per due ore, abbiamo visitato i vigneti e forse sono riuscito a capire (ma ci vuole tempo per queste cose) il profondo rispetto che lui ( e la biodinamica) ha per tutte le forme di vita. Arriva il momento dell’assaggio dei vini e mi mette davanti una bottiglia pesantissima con dentro il suo (ottimo) vino. A quel punto gli domando se, dopo tutto quello che fa per produrre in maniera naturale, non trovi strano di mettere il suo vino in una bottiglia che, con quel peso, inquina di più alla produzione, nel trasporto all’azienda, nel trasporto dall’azienda al rivenditore/consumatore e nel riciclaggio. Lui mi ha guardato ed ha motivato la cosa col fatto che consumando così poche bottiglie non è facile trovare una partita di bottiglie leggere “di quella forma”. Mi sono fermato lì ma volevo dirgli che non era facile nemmeno scegliere di lavorare con un cavallo al posto del più facile e comodo, trattore, non era facile sfalciare a mano la sua azienda in 8 giorni invece che in 8 ore, come veniva fatto prima. In realtà la motivazione vera è che non ci aveva mai pensato.
Come credo non ci abbiamo mai pensato tutti quei produttori biologici che usano bottiglie pesanti pur dovendo in vigna ridurre “drasticamente l’impiego di input esterni attraverso l’esclusione di fertilizzanti, pesticidi e medicinali chimici di sintesi.” Così quando si tratta di ridurre sostanze chimiche sul proprio terreno non ci sono problemi mentre invece sul far diminuire quelle che servono per conservare, stoccare e trasportare il proprio vino (sostanze chimiche per la produzione del vetro, gasi di scarico dei camion, etc) fuori di casa nessuno mette bocca.
La stessa biodinamica si pone come scopo “aver cura della terra per aver cura dell’uomo e viceversa”: e non pensate che risparmiare in vetro, in gas di scarico dei mezzi per trasportarlo, in combustibile per riciclarlo sia avere cura della terra e dell’uomo?
Mi accorgo di averla messa giù dura e mi scuso, anche perché moltissimi produttori biologici e biodinamici usano bottiglie “in regola”, ma volevo far capire a chi sicuramente è più sensibile a questi concetti che non si può essere biologici e biodinamici in casa propria e “inquinatori al pari degli altri” fuori dalle pareti domestiche.
Cari produttori biodinamici e biologici: forse molti di voi non hanno mai preso in considerazione questa parte della filiera produttiva ma non è un buon motivo per non pensarci adesso. Diminuire il peso delle bottiglie di vetro non solo è biologico (e ti fa risparmiare) ma è buon modo per prendersi a cuore il problemi del pianeta ANCHE fuori dal proprio orticello, quasi un modo per esportare il biologico ed il biodinamico.
Utilizzare contenitori leggeri e mettere in etichetta la scritta “Uso una bottiglia leggera perché ho cura dell’uomo e della terra” non credete sarebbe anche un bel veicolo pubblicitario per i vostri ideali e per i vostri movimenti?
Care associazioni di produttori biologici e biodinamici: non pensate sarebbe giusto inserire come regola generale quella di usare vetri leggeri, mettendo magari nero su bianco anche i pesi?
Chiudo ricordando che quanto detto per i biologici e biodinamici vale a maggior ragione per chi non lo è. Insomma cari produttori di vino, come dice De Gregori “La storia siamo noi: nessuno si senta escluso.”

