Nel Casalese.
L’ enoteca di Casale Monferrato si trova nel cortile della fortezza , la degustazione si è svolta in un’ ampia esedra sotterranea , il cui genius loci sapeva di cavalieri templari .
Al giornalista che viene da lontano per conoscere i vini piemontesi ulteriori , bisogna far assaggiare molto Grignolino , per mettere alla prova la sua sensibilità . Perché il Grignolino è un vino affascinante ma difficile , eppure incredibilmente versatile .
C’erano 6 esempi di Grignolino, fra i quali i punti di riferimento imprescindibili : Canato e Accornero.
Una buona rassegna .
Al giornalista che viene da lontano (e anche a quello che viene da vicino , ossia me) bisognerebbe far assaggiare qualche esemplare in più di Freisa, magari di Freisa normale , anziché di Freisa strana.
Mi chiedo: se un vitigno ha un’ indole allegra , perché farlo diventare per forza serio ?
Canone Inverso significa proprio “ fare tutto all’ incontrario”. Una volta li mandavano al rogo.
L’ ottimo Maurizio Gily ci versava il vino e ci dava qualche notizia, segnalandoci i vini che avevano preso tre bicchieri e tutti gli altri premi possibili e immaginabili .
Verso questi vini direi che l’ atteggiamento deve essere conciliante, improntato a umana comprensione. Conosco alcuni produttori e vi assicuro che sono persone eccellenti . Ma anche loro tengono famiglia, hanno il mutuo da pagare …se vogliono ricevere un premio, con gli effetti collaterali positivi , sono costretti a fare vini esagerati e stupefacenti .
Anche la rassegna della Barbera del Monferrato e della barbera d’Asti era esauriente e significativa . Ricordo innazitutto La Braja , dell’ azienda Castello di Gabiano . E poi Zero Legno, Adornes, Rapet di Canato …
Il Ruchè, nel suo ruolo di vitigno autoctono di recente riscoperta, mi ha convinto meno del Timorasso . Produce sicuramente vini piacevoli, dal profumo di geranio molto intenso. Tanto che non lo metterei negli uvaggi (anche se , storicamente, questo era l’ uso): li altri vitigni , per quanto riguarda il naso, vengono sopraffatti e annullati .
Nel Roero.
Anni fa venni bandito dal territorio di Barolo dopo una degustazione primaverile improntata a eccessiva franchezza . Ho temuto , questa volta, di venire cacciato anche dal Roero .
Il motivo è sempre lo stesso : mi fanno degustare alcune decine di vini da Nebbiolo nati poco più di un anno fa , imbottigliati da 15 giorni , durate i quali , magari , hanno fatto un viaggio da casa a Vinitaly e ritorno.
Dopo un po’ sento in bocca solo tannini indomiti , dei quali mi chiedo se mai si lasceranno domare.
La degustazione procede con un assaggio, un grissino e un bicchiere d’ acqua – un assaggio , un grissino … Più assaggio , meno ci capisco e più divento nervoso .
Nel seguito, a pranzo, sollecitato a dire qualcosa, mi schermisco e vorrei glissare . Quando apro bocca, le parole ne escono fuori per conto loro, facendo rizzare i capelli a me per primo .
“ Se dovessi ereditare dei vigneti nel Roero , produrrei Barbera e lo venderei giovane . Se fossi costretto a fare dei bianchi , farei Favorita “
I miei commensali , improvvisamente, si erano fatti pensosi, con lo sguardo perduto verso lontani orizzonti. “ E dell’ Arneis ? Che le è sembrato ? “
Ormai che mi ero fatto riconoscere tanto valeva confessare tutto . “ Ho un dissenso sulla scelta stilistica che hanno fatto quasi tutti i produttori e gli enologi . Sembra che vogliano deliberatamente impoverire il vino : bianchi come questa tovaglia, poco di tutto…”
“ Beh.. si vorrebbe privilegiare la freschezza …”
“ Ma se sono anche bassi di acidità ? …”
La terza persona plurale, “essi”, faceva riferimento a essi , i produttori e gli enologi, abitanti di una dimensione parallela e aliena . Ovviamente erano lì davanti ( Negro e Negro , omonimi ma non parenti ) e al mio fianco (Angelo Ferrio) .
Avviandomi alla conclusione : “ Una volta gli Arneis erano diversi – avevano colore, profumo, ampiezza …” e per concludere : “… Ma perché non li lasciano un po’ sulle bucce ? “
Fortunatamente i produttori del Roero ( quelli che avevo accanto , almeno ) sono persone gioviali e incapaci di qualsiasi malanimo . Abbiamo fatto amicizia.
Comunque c’ è una ratio : la Favorita è stata imbottigliata a gennaio , gli Arneis a Marzo . E’ sempre la solita storia : assaggiamo vini che non sono pronti e dobbiamo valutarli con molta fantasia .
Siamo rimasti d’accordo che gli Arneis vanno riassaggiati fra almeno due mesi.
Nella conversazione a quel punto, è intervenuto il vino che apriva il pranzo: un Arneis del 1983 ( !! 27 anni !! ) dell’ azienda Cornarea . Profumo, colore, corpo, acidità magnifici …
Stavamo dicendo : gli Arneis di una volta …
D’ altra parte , basta aspettare 27 anni , e poi vediamo come si comportano quelli di oggi .
Fra i quali comunque voglio ricordare quelli proposti da Bric Cenciurio ( sia il base che il cru “sito dei fossili” ) e da Malabaila ( il “Pradvaj” ) .
A seguire , durante il pranzo, una batteria di Nebbioli del Roero fra il 2002 e il 1999 . Imponenti, austeri, ampi nei profumi, complessi ecc
Ma , in verità, anche nella degustazione coperta le sensazioni erano cresciute via via che si presentavano esemplari più maturi : come cascina Pellerino del 2005, Gallino del 2006 ..
Il 2004 di Cascina Chicco faceva da trait d’union con le magnifiche annate storiche : 2001 di Marsaglia e di Monchiero, 2000 di Malvirà , 1999 di Negro e di Malabaila , 1998 di Cascina Val del Prete e di Taliano .
Anche nel Roero Wine-surf ritornerà, continuerà a ritornare .
“La prossima volta salto la degustazione e vengo direttamente al pranzo “ Magari procediamo all’ inverso : prima le annate in piena maturità , così ci ricordiamo qual’ è il loro punto di arrivo – poi assaggiamo quelli che vanno in commercio nell’ annata e , con la sfera di cristallo, cerchiamo di immaginare come potranno crescere .
Per completare il panorama: la Favorita aveva fatto ottima impressione, vini freschi, sapidi, intensi. Ma , mi è stato fatto notare, è una produzione marginale.
Quanto alla Barbera : “ Quali le sono piaciute in particolare ? “
“ Quelle del 2008 mi sono piaciute tutte . Quelle degli anni precedenti mi hanno dato meno emozioni” Mi è stato fatto notare che il 2007 è stata la vendemmia migliore degli ultimi anni .
Del 2007 mi è piaciuta Cascina Chicco (Granera Alta ), che ha ribadito il concetto con un 2004 (Valmaggiore) . Del 2008 segnalo entrambe le proposte di Porello: una più fresca (Filatura) , l’altra più importante ( Mommiano ) .
Forse, nella Barbera , apprezzo più la giovinezza dell’ esperienza .