Essere intolleranti (al cibo) è di moda3 min read

E’ indubbio che il progresso della scienza negli ultimi decenni abbia evidenziato in determinati  alimenti la causa di varie malattie.

E’ altrettanto evidente che  paesi industrializzati o meno  abbiano subito l’attacco di agenti patogeni dovuti ad alimenti provenienti da prodotti “trattati male”, chimicamente  parlando, e che hanno creato problemi finora inesistenti.

A mio parere è però anche evidente che la cosa ci ha un po’ preso la mano!

Infatti un conto è assistere ad un crescente numero di persone che accusano intolleranze o allergie alimentari (anche se è scientificamente provato che molte non sono scientificamente provabili) un conto è trovarsi davanti a finti malati.

Chi soffre di intolleranze e allergie ha tutta la mia comprensione e non vorrei assolutamente essere nei loro panni, ma ho tolleranza zero verso chi va in giro facendo finta di averle, o essendosi fatto un’inesatta idea di quanto male facciano alcune materie prime.

Mi riferisco in particolare a presunte intolleranze al glutine o alla scelta di non mangiarlo “perché fa male, il cibo è più sano e fa ingrassare meno”. E’ l’ultima di una serie di idee che va molto di moda e che rende me molto intollerante!

Ho una nipote celiaca (vera) e so quanto la celiachia possa essere pericolosa (una settimana attaccata ad una flebo per aver mangiato un fiore di zucca fritto) e non capisco come possano esserci persone che, avendo scelto di non mangiare glutine pur non avendo nessun problema, ammorbino psicologicamente ristoratori e commensali a causa di questa loro decisione.

Non vuoi mangiare glutine? Hai scelto di non mangiare carne? Non vuoi sentire l’odore di uova, pesce, e quant’altro? Fai come credi, sei grande e vaccinato (almeno finché le proteste contro la loro obbligatorietà non ci farà più essere nemmeno questo), ma non tentare di far sentire me un verme perché invece non ho fatto le tue stesse scelte, non rompermi i maroni per un intero pasto al fine di convincermi della bontà e sanità della tua scelta e di quanto sia invece cattiva io a non rispettare la natura come te.

E se hai scelto di fare una dieta priva di glutine chiedi gentilmente al ristoratore di illustrarti quali sono i piatti che ne sono privi, scegli dal menu qualcosa che vada bene per te e poi chiudila lì e, visto che son qui a fare rimproveri, evita di scofanarti mezza pizza del vicino di posto (glutine compreso) perché quello che tu hai mangiato non è stato abbastanza gratificante.

Immaginate che al vostro tavolo ci sia qualcuno che lamenta un tumore al fegato e voi sapete non essere vero, cosa pensereste? Di sicuro che ha problemi perlomeno di ordine psicologico o, nella migliore delle ipotesi, che ha la fortuna di non avere sufficienti problemi nella vita ed è costretto a inventarsene qualcuno per attirare l’attenzione e la compassione degli altri.

Perché, cari malati immaginari, quando poi nei ristoranti arrivano quelli come mia nipote il ristoratore è stufo di tanti “Argante de noantri”  e prende sottogamba i poveracci che invece sono malati davvero (fatto non giustificabile visto che è il loro mestiere, ma di sicuro comprensibile).

Non è ammissibile che io debba sedermi a tavola con mia nipote celiaca e debba dire in modo molto deciso “Fate attenzione perché lei è malata vera”.

Adesso i malati veri debbono diversificarsi da chi malato non è, ma fa inutilmente della propria scelta una grossa rottura di scatole per il resto del globo.

Datemi retta, ringraziate dio di non essere intolleranti a niente e di poter scegliere di condurre la vostra vita come credete e cercate di non creare problemi ulteriori a chi di problemi ne ha già più che a sufficienza!

Maddalena Mazzeschi

A 6 anni scopre di avere interesse per il vino scolando i bicchieri sul tavolo prima di lavarli. Gli anni al Consorzio del Nobile di Montepulciano le hanno dato le basi per comprendere come si fa a fare un vino buono ed uno cattivo. Nel 1991, intraprende la libera professione come esperto di marketing e pubbliche relazioni. Afferma che qualunque successo è dovuto alle sue competenze tecniche, alla memoria storica ed alle esperienze accumulate in 30 anni di lavoro. I maligni sono convinti che, nella migliore tradizione di molte affermate PR, sia tutto merito del marito! Per Winesurf si occupa anche della comunicazione affermando che si tratta di una delle sfide più difficili che abbia mai affrontato. A chi non è d’accordo domanda: “Ma hai idea di cosa voglia dire occuparsi dell’immagine di Carlo Macchi & Company?”. Come darle torto?


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