Soave 2014: bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno?2 min read

Mano a mano che vanno avanti i nostri assaggi dei bianchi italiani targati 2014 ci convinciamo sempre più che, come si poteva facilmente capire già a settembre dello scorso anno, la vendemmia 2014 non passerà alla storia.

 

La pioggia quasi continua di luglio (per non parlar di giugno) le temperature bassissime, i problemi sanitari hanno portato in linea generale ad una produzione non certo di altissimo livello.

 

Se queste condizioni climatiche ci fossero state 20 anni fa, in molte zone  avremmo assistito ad una “non vendemmia”. Per fortuna sia le tecniche agronomiche che di cantina si sono sviluppate tantissimo ed hanno permesso a tanti bravi viticoltori non certo di fare dei grandi vini , ma dei buoni prodotti indubbiamente si.

 

Infatti i nostri assaggi del 2014, svoltisi quasi per contrappasso dantesco con un caldo belluino (come sempre un grazie al Consorzio per la gentilezza e l’organizzazione), ci hanno presentato una qualità media sicuramente buona, ma senza i picchi degli scorsi anni: non per niente l’unico 4 stelle è un 2013.

 

Detto questo bisogna subito aggiungere che quando degusti 71 vini e solo 12 prendono meno di 2.5 stelle (16.9%) bisogna ammettere che un territorio riesce ad esprimersi bene praticamente sempre.

 

Occorre anche puntualizzare che le caratteristiche medie dei Soave 2014 (acidità molto spiccata con dei finali amarognoli, corpo non certo imponente, nasi adesso non molto espressi) portano però a sperare che 5-6 mesi di bottiglia permettano a questi vini di equilibrare le loro caratteristiche e magari durare mediamente di più di altre annate sulla carta più blasonate.

 

Sorge quindi il dilemma se vedere la vendemmia 2014 come il classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Personalmente, se ripenso alle tante finezze aromatiche e alle complesse pienezze che mi hanno regalato tanto Soave Classico in passato non posso che vedere il bicchiere mezzo vuoto.

Poi ripenso all’andamento stagionale del 2014 e capisco che la giusta visione è quella del bicchiere mezzo pieno.

 

Prima ho parlato di Soave Classico non a caso, anche perché praticamente tutti i 2014 che hanno ottenuto 3 o più stelle sono di questa meravigliosa zona ristretta di collina, che domina un mare di vigneti perlopiù di pianura.

Anche nella zona pianeggiante si producono buoni vini ma occorre dire chiaramente che nelle annate difficili è il terroir che aiuta l’uomo a fare dei buoni prodotti e le colline di Soave ne sono l’esempio concreto. Da lassù è arrivato più del 95% dei vini che hanno ottenuto punteggi alti e da lassù sono convinto che l’anno prossimo arriveranno alcune selezioni che ci daranno grosse soddisfazioni.

 

Per adesso “accontentiamoci” dei tanti Soave buoni che i produttori sono riusciti a mettere in commercio.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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