Anteprima Amarone 2012: quando il clima si fa sentire3 min read

Comincia con un nebbioso sabato veronese la lunga stagione delle anteprime vinicole; alle 11.00 il Consorzio della Valpolicella presenta l’Amarone dell’annata 2012.

 

Aldilà della solita relazione commerciale sulle varie ragioni che continuano ad alimentare la crescita e l’espansione di questo vino, l’esposizione si concentra innanzitutto sull’annata che, nelle parole di Diego Tommasi del Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano, è la prima di una serie di annate che hanno influenzato pesantemente le vendemmie, a riconferma del fatto che i cambiamenti climatici sono sempre più evidenti e repentini.

 

Annata bizzarra, con primavera molto bagnata (+25% sulla media) che ha stimolato lo sviluppo vegetale, seguita poi da un’estate siccitosa (-35% di precipitazioni sulla media), disegnando così un clima tipicamente e drammaticamente monsonico. Oltre alla siccità le temperature hanno segnato punte addirittura superiori al 2003 (molti giorni sopra i 32 gradi). La fine di agosto ha visto rientrare temperature e piogge a livelli normali.

 

L’annata ha premiato quei produttori che hanno scelto di  mantenere il sistema di allevamento della vigna a pergola. L’uva in queste condizioni soffre meno lo stress idrico e gli acini all’ombra arrivano a temperature di circa 8/9 gradi inferiori di quelli al sole. Tale sistema si sta rivelando vincente anche in annate “normali” e molte cantine stanno tornando sui propri passi, impiantando di nuovo pergole.

 

L’uva targata 2012 ha presentato grappoli più spargoli e più leggeri (- 10/15% rispetto alla media) e buccia più sottile, il che ha condizionato la fase successiva di appassimento che è stata più accelerata. Gradazioni zuccherine maggiori rispetto agli ultimi anni, dotazioni coloranti inferiori e maturazione fenolica nella media.

 

Malgrado tutto l’annata è definita “4 stelle”: il Consorzio attribuisce all’ottimo andamento climatico del periodo prevendemmiale la svolta che ha portato ad avere vini degni di questa valutazione.

 

Durante la conferenza è più volte emersa  la preoccupazione che con il 2012 si sia davvero entrati in un periodo di annate climaticamente difficili o per lo meno bizzarre, e il dibattito di come difendersi dai cambiamenti climatici e come mantenere alti gli standard qualitativi sia drammaticamente entrato nel vivo.

Conseguentemente gli sforzi per ridurre l’impatto ambientale nelle vigne si stanno moltiplicando e nel giro di qualche anno saranno probabilmente a disposizione selezioni genetiche dei vitigni classici dell’Amarone (Corvina, Corvinone e Rondinella in primis) in grado di difendersi dalle più comuni malattie che affliggono normalmente la vite. Il cambiamento climatico sta anche riportando alla luce antichi vitigni che erano stati dimenticati perché inadatti al clima tradizionale.

 

 

La degustazione

 

Come abitudine abbiamo preso in considerazione solo i vini già in bottiglia, circa 40 su 77 campioni presentati. Fin dai primi assaggi è apparsa evidente un’insolita varietà di stili e di interpretazioni dell’annata.

 

A parte alcuni campioni difettosi, la degustazione ha mostrato una piccola babele di tipologie:  legni poco integrati o  note vegetali in evidenza (molti campioni con queste sfumature derivanti da probabile vendemmia anticipata, nel tentativo di salvare il profilo acido, a scapito di una trama tannica meno matura), altri curiosamente freschi e leggeri: la maggior parte si distingue per potenza e note di frutta surmatura, in linea con le aspettative.

 

Un assaggio più meditato lo faremo nel prossimo autunno, quando i vini avranno avuto la possibilità di rilassarsi ancora qualche mese, per adesso la percezione è che il 2012  amplifichi le peculiarità di ogni vino, sia pregi che difetti. Un’annata comunque dall’incerto profilo acido, alcolica,  che dona vini molto morbidi, meno complessi e fin da adesso pronti; difficile scommettere sulla tenuta temporale di questi vini, ma spero di essere piacevolmente contraddetto.

 

Certamente un Amarone che sarà apprezzato da consumatori stranieri  che cercano in questo vino morbidezza e alto tenore zuccherino.

 

Chiudiamo il capito Amarone con uno sguardo già puntato sulla Toscana, l’appuntamento è tra un paio di settimane con le Anteprime Toscane. A presto.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE