Degustazione schiave 2014: il miracolo di Santa Maddalena!2 min read

I nostri assaggi altoatesini non si sono fermati ai bianchi ma, come ogni anno, hanno coinvolto anche i vini a base di schiava, quindi Lago di Caldaro, Schiava DOC e IGT e Santa Maddalena.

 

Di solito questo è anche il nostro ordine di assaggio e così quest’anno siamo partiti con i lago di Caldaro, rimanendo sorpresi e non poco per la… “rispondenza”  (vogliamo chiamarla così?) dei vini alla tremenda vendemmia 2014.

 

In effetti era dalla lontanissima 2002 che non trovavamo nei Lago di Caldaro tante diluizioni, aromi imprecisi e scarsi, mancanza di corpo, Il 2002, per chi si ricorda, fu una vendemmia nei fatti simile alla 2014 e mi rammento che allora i produttori allargavano le braccia dicendo più o meno “Quando il tempo è così possiamo fare poco”. Nel 2014 è successa la stessa cosa e pochissimi vini ci hanno dato qualche soddisfazione.

 

Dai Caldaro siamo passati alle schiave generiche (DOC e IGT) e la situazione è piano piano migliorata, non solo per le iniezioni di Lagrein ma per delle schiave molto più arzille al naso e profonde in bocca. Molte di queste appartengono a cantine importanti, che sicuramente hanno grandi mezzi ma soprattutto la sensibilità  per riuscire a lavorare al meglio questo vitigno che, ricordiamo, è un po’ la Cenerentola dell’Alto Adige,  visto che quasi sempre le cantine si vergognano e fargli passare Trento.

 

Se infatti Il Gewürztraminer viene chiamato dagli altoatesini “Il vino per gli italiani” la schiava potrebbe essere “il vino proibito agli italiani”, perché difficilmente la troviamo poco a sud di Bolzano.

 

I motivi? Marketing focalizzato sui bianchi assieme ad un concetto del vino rosso “muscolare” porta a mettere nel dimenticatoio la schiava (vino quotidiano degli altoatesini) sostituendola “in rosso” con vitigno dai più nobili natali come Pinot Nero, Cabernet Sauvignon e Merlot  oppure dal burbero ma corposo Lagrein.

 

E’ questo è un grave errore, specie se consideriamo i risultati del Santa Maddalena 2014, vini che ci hanno quasi fatto gridare al miracolo! Infatti quasi tutti quelli assaggiati hanno raggiunto punteggi tra 3.5 e 4 stelle e se questo vi sembra poco…

 

Come per miracolo, pare che sulla piccola collina che domina Bolzano il sole si sia sostituito alla pioggia creando vini eleganti, rotondi, freschi e, in qualche caso anche ben strutturati. Più ne assaggiavamo e più rimanevamo stupiti dalla loro qualità, proposta quasi sempre ad un prezzo veramente basso.

 

In definitiva siamo partiti non molto bene ma abbiamo concluso alla grande grazie a dei Santa Maddalena  che forse sarà il caso di andare a comprare direttamente in Alto Adige. Del resto se Maometto non va alla montagna….

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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