Chianti Classico 2008 e Riserva 2007: il ribaltone4 min read

Nemmeno una settimana fa eravamo in assaggio al Consorzio del Chianti Classico (che ringraziamo) ed oggi ecco pubblicati i risultati delle nostre degustazioni.

Questo è uno dei  vantaggi di avere un giornale on line, a cui se ne aggiungerà un altro. Abbiamo infatti deciso, visto che il momento di uscita delle guide non coincide per forza con quello di uscita dei vini, di permettere ai produttori di inviarci i vini al momento della loro entrata in commercio. Apriremo così un terzo fronte: a fianco delle degustazioni di bianchi e spumanti fatte nel periodo primavera-estate e quelle dei rossi di scena in autunno-inizio inverno, avremo una specie di “filo diretto” con la produzione degustando in successive tornate (cercando comunque di fare dei gruppi per denominazioni) i vini non pronti per essere degustati nei periodi canonici. Di questo parleremo comunque meglio in altre sezioni del giornale.

Prima di venire ai parlare dei risultati delle degustazioni vogliamo sottolineare un fatto emblematico: controllando l’elenco delle aziende qualche giorno prima dell’assaggio avevamo notato che diverse cantine, anche piuttosto conosciute, non ci avevano inviato i vini. Una veloce serie di telefonate ci ha fatto scoprire che le stesse ancora non avevano imbottigliato il 2008 e/o la riserva 2007. Tutte adducevano come spiegazione tempi di maturazione diversi rispetto ai tempi delle guide ma una vocina continuava a suggerirci di ricercare il vero motivo in cantine ancora quasi piene in maniera preoccupante dalle bottiglie della vendemmia precedente. Insomma: speriamo di sbagliarci ma se così non fosse saremmo di fronte ad una stagnazione di mercato che in Chianti Classico si è verificata pochissime volte.

Passiamo a commentare gli assaggi dell’annata 2008 e della riserva 2007. In maniera strasintetica potremmo usare una parola sola: ribaltone. Infatti i chianti classico d’annata,  che a noi di solito piacciono, sono stati surclassati dalle riserve, sempre da noi (ed oramai da anni) messe all’indice come vini inutili, velleitari oramai poco rappresentativi del territorio.
I motivi possono essere diversi. In primo luogo la conferma, a pochi giorni dall’assaggio dei Rosso di Montalcino 2008, che questa vendemmia è sicuramente di scarso livello qualitativo. I chianti classico 2008 pagano quindi dazio in partenza anche se, grazie a diversità territoriali più marcate e riconoscibili, escono mediamente meglio dei cugini di Montalcino.  Le migliori interpretazioni giocano molto sulla freschezza e sui profumi primari ma certamente mancano di quel corpo e di quella struttura e di quell’equilibrio che l’annata non aveva possibilità di conferire. Un altro punto a svantaggio (e questo non ce lo aspettavamo) è arrivato dai tanti, troppi vini con difetti sia al naso sia in bocca. Ben 9 su 66 (quasi il 15%) sono stati tolti dalla degustazioni per queste cause: una cosa del genere, in queste percentuali ,non era mai successa negli ultimi 10-15 anni  e fa quasi il paio con il discreto numero (ma nettamente inferiore)  di rosso di Montalcino 2008 che avevano mostrato  praticamente gli stessi problemi. Non è che per caso l’annata 2008 sia stata così difficile da aver portato ad errori di cantina?

Ma veniamo alle riserve 2007: qui il panorama è completamente diverso. Per la prima volta da molti anni  ci siamo trovati di fronte a vini di ottima fattura, con tannini dolci, corposi e strutture di tutto rispetto. Legni ben dimensionati e finezze aromatiche completano un quadro indubbiamente positivo. Certo è che l’annata ha dato una grossa mano, anche se lo stesso aiuto non è arrivato da una vendemmia da tutti ritenuta importante come il 2006. La ventina di campioni di questa vendemmia usciti dopo un anno (vedi sopra??) e da noi assaggiati ci hanno confermato che tra le due annate esiste una bella differenza in quanto ad aromi, maturità fenolica, equilibrio generale.

Se vogliamo cercare il pelo nell’uovo lo possiamo trovare in diversi vini dal carattere estremamente internazionale, ma quelli stessi vini hanno  come giustificazione sia un 20% di altre uve da disciplinare sia l’indubbio merito di essere quasi sempre molto piacevoli.

Ci piace inoltre segnalare che neanche una riserva2007  è stata scartata per i problemi che hanno afflitto il 2008 e questo in parte ci conferma ( e ci fa sperare) che tale situazione sia contingente a questa sola annata.

In chiusura ancora un fatto strano accaduto in assaggio. Ci siamo imbattuti in un vino che in bocca era peggio di una spremuta di limone: acidissimo ed amaro: praticamente imbevibile. Il laboratorio del Chianti Classico lo ha analizzato ed ha riscontrato un’acidità di 9.9! Ora ci domandiamo: come è possibile che un vino del genere sia passato alla commissione d’assaggio?

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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