Assaggi Franciacorta DOCG Satén: forse ci siamo!2 min read

Chi ci conosce sa che non siamo mai stati, in linea di principio, degli aficionados del satén: per questo siamo stati  più felici del normale mentre assaggiavamo vini che stavano facendo breccia nel nostro arido cuore di “padosesisti”.

 

Le sorprese non sono venute solo da alcuni Satén millesimati , ma da “destra e da sinistra” cioè anche e soprattutto dai base, che hanno mostrato una caratterizzazione molto più omogenea e assolutamente non scontata.

 

Si pensa infatti spesso che i satén siano in pratica vini leggermente più dolci, morbidi, semplici e questo è un grosso errore. Finalmente con questa vendemmia si dimostra che il satén  riesce ad unire complessità e facilità di beva, profondità gustativa a immediatezza.

Per esempio noi abbiamo usato per tanti satén non millesimati il termine “sapido” e questo in un vino con alcuni grammi di zucchero è quanto meno singolare. Allo stesso modo in diversi millesimati abbiamo trovato note di pan brioche e burro, che di solito emergevano in vini di altra categoria.

 

Per questo i satén di quest’anno ci hanno piacevolmente spiazzato, anche perché quelle sensazioni le abbiamo trovate in diversi vini. Quindi i satén non millesimati quest’anno spiccano per sapidità e freschezza, mentre i millesimati hanno sempre bella freschezza ma maggiore grassezza al palato e una complessità aromatica “giovanilistica” (quindi frutta e fiori accanto a sensazioni burrose e finemente tostate) che ci hanno veramente colpito.

Non per niente quasi il 10% dei vini degustati ha ottenuto almeno 3.5 stelle e tra i millesimati i vini con almeno 3 stelle sono il 56%.  In totale abbiamo assaggiato 64 satén e di questi meno del 10% ha ottenuto voti bassi o molto bassi.

 

E’ sicuramente una bella dimostrazione di crescita generalizzata di un vino che forse potrebbe ambire a qualcosa di più, cioè ad essere considerato stabilmente non solo un bel modo per avvicinarsi ad un Franciacorta ma anche un modo particolare per arrivare a produrre grandi, complesse, piacevolissime bollicine.

 

Lo scorso anno avevamo definito con un gioco di parole i più importanti e buoni dei “satén meno satén” ma forse è proprio la tipologia che permette di unire caratteristiche a prima vista impensabili.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE