Da qualche anno il capoluogo toscano è inserito nella rete delle "Wine Capitals" del mondo. Per questa nuova manifestazione, promossa dal Comune stesso e dall’ apposito Comitato, si presenta quasi più modestamente come "città del vino". Ma in effetti può vantare il titolo più di altre: il successo del rosso prodotto nel circondario è connesso alla sua storia e alla sua cultura, come hanno dimostrato fin dal Rinascimento tantissimi documenti e opere d’arte. Da Firenze, con qualche secolo di anticipo rispetto ad altre zone vinicole italiane, si è avviato un commercio su scala importante. Molti palazzi e vie del centro storico portano i nomi di famiglie che hanno legato il proprio nome al vino, e da questa realtà è partita l’intuizione più felice degli organizzatori: invitare i partecipanti ad assaporare i vini e a parlarne giusto dentro cortili, logge e chiostri dal fascino straordinario, approfittando anche della collaborazione dell’Associazione Dimore Storiche Italiane.
Luoghi che per l’occasione saranno animati anche da musiche e spettacoli. È da sottolineare come questa scelta garantirà un impatto minimo sul traffico e sulla vita quotidiana della città – un aspetto certamente apprezzato dai fiorentini come me. L’unica piazza occupata risulterà alla fine quella della SS. Annunziata nella giornata di sabato, con la specialissima Vinopoli: un gioco di avvicinamento al vino per bambini, a cui mancherà solo la degustazione…
Il programma completo è fin troppo ricco, articolato in ben nove "tracce" con tanti eventi diversi: tanto per darvi un’ idea si va da "L’ arte del ricevere- come accogliere gli ospiti a tavola" a cura dell’Associazione Donne del Vino, all’incontro dentro la bella struttura del mercato di S. Lorenzo, dedicato alla comunicazione enologica ai tempi dei bloggers e dei social networks, fino a un paio di degustazioni condotte in lingua inglese dall’ A.I.S. (che figura come collaboratrice ufficiale). E poi le mostre speciali, dalla collezione privata di Ferragamo a quella che Gaja dedica al suo Piemonte e alla sua Toscana. Si potrà praticare addrittura l’ Urban Golf, lanciando la pallina (di gomma per l’occasione) da un sito storico all’ altro. E la pappa? Niente paura, sono stati coinvolti dal coordinatore Luigi Cremona pure i più grandi ristoratori locali con qualche ospite eccezionale da fuori zona.
Personalmente vi raccomando comunque il contatto con le altre otto Capitali del Vino e i loro stand a Palazzo Pitti, un’occasione più unica che rara (Bilbao, Bordeaux, Christchurch, Città del Capo, Mainz, Mendoza, Porto e San Francisco).
Volendo, potrete allontanarvi dalla wine town per sfiziose destinazioni in Chianti come il Castello di Ama con le sue opere d’arte realizzare sul posto o la mostra di pittura a Rocca delle Macìe. Utilizzerete la Wine Card – tanto per continuare a parlare italiano nella città di Dante. Una volta acquistata vi permetterà di accedere alle degustazioni ma pure (dettagli non da poco) a parcheggi, autobus e musei.
Wine Town Firenze, per esplicita ammissione degli organizzatori, ha tutta l’aria di un "numero zero", inserito oltretutto in un autunno fiorentino già denso di enogastronomia. Tempi e modi potrebbero cambiare in un’ eventuale/probabile prossima edizione. Vi terremo intanto informati su questa.
(http://www.winetownfirenze.com/Default2.aspx).