Vino Spumante Nocturna, Tenute del Meriggio: provare per credere!2 min read

Questo vino spumante sfata diversi tabù che vi elenco qua sotto, non necessariamente in ordine di importanza

  • in Campania non sanno fare vini spumanti.
  • La coda di volpe è un vitigno praticamente estinto e fondamentalmente inutile.
  • I metodo charmat sono sempre rustici e con bollicine grosse come cavalli
  • Un metodo charmat con pochissimi grammi di zucchero è troppo ruvido.

Detto questo veniamo al dunque.

Tenute del Meriggio si trova a Montemiletto ed  è di proprietà di una famiglia che più campana non si può, tant’è  che il loro cognome  è  Pizza.

Bruno, pater familias , svolge (come il resto della famiglia) altre funzioni nella vita ma nel 2012 decide di creare da zero questa cantina che oggi ha ben 25 ettari vitati. Da sempre si appoggia, enologicamente parlando, ad un tecnico che in zona è di casa, Carmine Valentino.

In un territorio dove le eccellenze non mancano per farsi conoscere ci vuole tempo e Tenute del Meriggio ancora non è riuscita a decollare come, secondo me, dovrebbe.

Per dimostrarlo potrei parlare dei loro Greco di Tufo e Fiano di Avellino (molto buoni, provate i 2021!) ma quello che i francesi chiamano coup de coeur  l’ho avuto da questo vino d’ingresso da cui non mi aspettavo assolutamente nulla.

Invece la freschezza della coda di volpe si unisce a profumi fini di frutta che mi hanno invogliato ad andare avanti: così in bocca ho trovato forse il metodo charmat (lungo, almeno 7 mesi) più elegante e fine degli ultimi anni, con un’ acidità che mette quasi a cuccia lo scarso residuo  zuccherino, dando una notevole sensazione di freschezza equilibrata e una bella lunghezza  gustativa. Bollicine  fini e setose, da ottimo metodo classico, per capirsi, chiudono il cerchio consegnando agli appassionati una bottiglia di prezzo molto contenuto ma di assoluto valore.

Assaggiare per credere!

Tenute del Meriggio, Contrada Serra, Montemiletto.

Tel 0825962282

info@tenutadelmeriggio.it

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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