Vinitaly e Verona. Dove ti fanno pagare anche l’aria.2 min read

Nella prima giornata del Vinitaly, che ha registrato un notevole numero di presenze, ho conferito il mio personale “Premio Arpagone”, dato a chi riesce ad inventarsi nuove forme di onerosi ed incredibili balzelli, al Comune di Verona.


Parto dal presupposto che a Vinitaly ci veniamo per lavorare e che questo “venire” è sempre più difficile perchè la viabilità attorno alla fiera è disastrosa. Strade strette, parcheggi praticamente inesistenti  rendono l’arrivo in fiera ed il parcheggio una vera e propria odissea.

Da anni ho sperimentato (assieme a molti altri, devo dire) un itinerario che mi permette di arrivare in fiera abbastanza semplicemente. L’unica controindicazione è quella che il mio itinerario mi porta sul retro della fiera e quinidi, una volta trovato parcheggio, devo farmi un bel pezzo a piedi. Meglio questo comunque che non le ore di coda in auto per arrivare a parcheggiare nel sempre strapieno parcheggio per giornalisti.

Quest’anno il Comune di Verona ci ha fatto una bella sorpresa: in tutte(TUTTE! SONO DECINE E DECINE)  le vie sul retro della fiere, utilizzate come parcheggio da molti che a Vinitaly ci vanno per lavorareo per divertimento, ma che comunque portano e spendono soldi, ha messo un divieto di sosta particolare. Sotto al divieto si legge infatti “Divieto di sosta nei giorni della fiera: occorre munirsi di apposito permesso etc”.

Ma Oltre al danno c’è anche la beffa, perchè questo cartello non ti dice dove poter prendere e/o comprare questo permesso. Quindi ti trovi nella situazione di non sapere dove parcheggiare nonchè dove poter comprare il permesso. Sei quindi sottoposto alla multa, che sicuramente ti verrà fatta da orde di zelanti vigili che, invece di dirigere il caotico traffico, passano tra le auto in sosta e dispensano centinaia di bigliettini.
Allora, sapete cosa vi dico? Visto che ci rendono  così difficile venire a Vinitaly per lavorare ho deciso di tornare a casa prima. Sabato quindi non verrò in fiera, alla facciaccia di chi pretende di far pagare anche l’aria, senza nemmeno dirti dove poterlo fare. Consiglio a tutti di fare altrettanto!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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