Vinexpò giorno 3: l’inviNato tra Bettane-Dessauve, vini biologici e… prese in giro3 min read

Stamane appena alzato, dopo una notte insonne passata ad ascoltare i versi della coppia in calore nella tenda vicina al nostro camper, mi sono posto una domanda.  Come fare per essere utile al nostro kapo,  afflitto com’è dalla necessità di ricavare una qualche forma di utile (o di sostentamento se si preferisce questo termine più sociale) dal giornale che possiede e che dirige con mano sicura e tasche abbottonate verso vette di notorietà inimmaginabili.

E per l’appunto un’ideuzza mi è venuta scopiazzando qua e anche là.

Per esempio, dopo aver varcato uno degli ingressi principali di Vinexpò, dove troneggia la scritta W.O.W. dei cui vini vi parlerò a breve, ci si imbatte per caso nel nuovo format concepito dal duo Bettame+Dessauve, più un terzo che si chiama En Magnum ma che a giudicare dalla grandezza del carattere sui cartelloni pare abbia anch’egli una certa dignita’.

L’idea è tanto semplice quanto geniale ; allestire un’area multifunzionale  dove, da una parte posizionare una serie di produttori (diversi per ogni giornata) scelti dal duo in base a criteri sconosciuti ma immaginabili, e dall’altra allestire una postazione per ospitare un pubblico comodamente seduto  ed affrontare quattro volte un giorno un tema vinoso diverso.

Ad esempio, uno dei temi di oggi era: Soil and climates, the diversity of white wines from the Rhône Valley. Questi i vini proposti e commentati da Michel Bettame: Yves Cuilleron, Condrieu, La Petite Côte 2015 (white)- Château l’Ermitage, Costières de Nîmes, Sainte-Cécile 2016 (white)– Domaine du Bois de Saint-Jean, Côtes-du-rhône, Madame d’Ust 2016 (white)– Marrenon, Luberon, Grande Toque 2015 (white)– Les Vignerons de Tavel, Lirac, Les Hauts d’Acantalys 2016 (white). Ingresso gratuito per 30 persone sedute ed è inutile dire che c’è sempre la coda per entrare.

Dove sta il guadagno per il duo e, in prospettiva, per il nostro Kapo ? Beh, mi pare così evidente che non starei tanto a specificare, forse vi basterà dare un’occhiata alle foto per farvi un’idea. E’ un po’ come nella spiagge di Rimini: ogni spazio è monetizzato e deve servire a produrre reddito in modo chiaro e trasparente.

Pochi dubbi che la notorietà del brand Macchi possa eguagliare, quando non surclassare quella del duo (magara… n.d.r).

Bene, nell’attesa di ricevere la mia commissione per la dritta, ecco qualche nota dal W.O.W. World of organic Wines. Come già detto all’area si accede appena entrati da uno degli ingressi principali dove, in uno spazio ben visibile e accessibile, ma purtroppo non altrettanto confortevole, una settantina di produttori di tutto il globo terracqueo propongono la loro produzione di vini biologici certificati. Poco distante un’altra postazione più piccola ne ospita solo una ventina, presumibilmente coloro che non hanno trovato posto all’interno dello spazio WOW delimitato.

Eccovi i più interessanti: Chateau La Nerthe a Chateauneuf du Pape, Château Romanin a Saint Remy de Provence, Château Vari (e’ proprio il suo nome) a Monbazillac, Domaine des Gandines a Clesse (questo lo visiterò l’anno prossimo se Armando Castagno approverà) Domaine Lafond Roc-Epine a Tavel, WaterKloof a Somerset West e infine Vignoble Mauro Guicheney a Villeneuve de Duras.

Per oggi è tutto dal vostro inviNato a Bordeaux e domani gran finale coi rosati, una tipologia in netta crescita qui in Francia, ma anche da noi non si scherza, eh.

 

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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