Vetri pesanti: ma allora non siamo matti!2 min read

Una pagina intera su Repubblica, un ampio articolo sul IL Sole 24 Ore! Tutto questo spazio domenica 24 agosto non è stato dedicato al rientro dalle ferie o alle Olimpiadi ma alla notizia che la Maison francese Mumm ha deciso di diminuire il peso delle sue bottiglie di Champagne di 65 grammi, portandolo così da 900 a 835. In precedenza anche Pommery aveva fatto la stessa cosa, invitando tutti gli altri produttori di Champagne a seguirla su questa strada. Una strada che, secondo i dati della maison, vedrebbe 3000 TIR in meno sulle strade se tutti gli champagnisti mettessero “a dieta” le loro bottiglie.
Ma allora noi di Winesurf, che abbiamo fatto dei vetri leggeri uno di nostri temi più cari, non siamo matti! Ad un certo punto ci era sembrato di esserlo, visti gli sguardi più o meno esterrefatti quando, prima di degustarle, pesavano tutte le bottiglie.
Adesso siamo felici che la nostra battaglia, almeno per la zona dello Champagne, sia di retroguardia. Questo ci fa sperare che ben presto anche molti altri produttori italiani capiscano quanto sia inutile, dispendioso e antiecologico usare bottiglie pesanti, sia per gli spumanti ma soprattutto per i vini fermi.
Da parte nostra continueremo sulla nostra strada che è quella di pesare tutte le bottiglie e di segnalare con il simbolo della bottiglia che diventa ciminiera fumate quelle troppo pesanti. L’aggettivo “troppo” non è a caso: come potrete vedere scorrendo i nostri assaggi pubblicati di recente, non molti (per fortuna) vini si trovano marchiati con la bottiglia/ciminiera. Questo perché abbiamo dato un taglio piuttosto “light” alla cosa, segnalando solo le bottiglie esagerate, quelle che superavano di molto anche le bottiglie “normalmente” più pese. Ma il grande lavoro deve essere fatto proprio nelle bottiglie “standard” quelle che pesano intorno ai 500-600 grammi e potrebbero tranquillamente essere 100-150 grammi di meno. Non crediamo che sarà una cosa semplice e veloce, se specialmente i Consorzi di tutela e  le associazioni di produttori non inizieranno un’accurata sensibilizzazione dei loro soci. Per questo nei prossimi giorni spediremo a molti presidenti di Consorzi ed associazioni un questionario. Il primo lo invieremo al Presidente Federdoc, il nostro caro amico Riccardo Ricci Curbastro.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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