Passando dagli Amarone (vedi articolo ) ai Valpolicella Superiore la prima cosa che si nota è invece la grande diversità tra le annate e le tipologie assaggiate, questo a prescindere dalla differenza di base tra Valpolicella Superiore Ripasso e Valpolicella Superiore.
Un dato positivo generale è il fatto che la tipologia “quasi amarone” (cioè dei Superiore iperalcolici e concentrati) sta perdendo peso, sostituita da una serie di vini meno monolitici, più freschi e lineari.
Sicuramente i Superiori, (ripasso e non) risentono di più dell’andamento vendemmiale non proprio eccezionale di alcune tra le ultime annate e quindi hanno un’impostazione più distesa, anche meno “ripasso dipendente”.
Detto questo dobbiamo notare come la costanza qualitativa riscontrata nell’Amarone non si trasferisca nelle varie tipologie di Superiori: infatti i vini con almeno 3 stelle calano bruscamente dal 70% al 40% del totale e diversi vini, specie del 2013, mostrano una mancanza di corpo purtroppo prevista dal momento della vendemmia.
Infatti dopo due annate con picchi di calore notevoli (2011 e 2012) la 2013 è stata contrassegnata da caratteristiche meterologiche quasi opposte, con un periodo vendemmiale fresco e in parte piovoso. Questo aveva portato a previsioni sui vini non certo idilliache, che purtroppo i primi assaggi sembrano confermare.
Se i Superiore possono essere visti come le “sentinelle” del futuro Amarone, la 2013 per questo importante rosso sembra presentarsi come un’annata molto difficile.
Speriamo che il “metodo amarone” riesca a mitigare la mancanza di corpo e un equilibrio non eccezionale tra le parti, che adesso è presente nei Superiore 2013. Forse anche tra gli stessi Superiore 2013 più importanti che usciranno dall’anno prossimo potremo trovare maggiore concretezza e profondità: noi ce lo auguriamo.
Interessante notare come il numero di Ripasso degustati sia pari al 60% del totale e quindi i Superiore sembrano riprendere un minimo di importanza numerica. Oltre a questa hanno per noi un’importanza qualitativa da non sottovalutare, perché tra i migliori dei nostri assaggi sono la maggioranza.
Occorre osservare infatti che il Ripasso, nato per dare un po’ di spinta in più (anche aromatica) a dei valpolicella “base” leggeri e semplici, è divenuto un modo per corrazzare ancora di più vini con strutture e corpo (i Superiori) già di buono o ottimo livello.
In altre parole, da pratica di “soccorso” è divenuta un qualcosa in più in vini che, moda a parte, non ne avevano molto bisogno. Per questo mediamente i Superiore sono più equilibrati dei Ripasso, il tutto naturalmente con delle belle eccezioni.
Un’altra cosa da accennare è la sensazione, guardando alla composizione dei vini, che le cosiddette “seconde uve” della Valpolicella (rondinella, molinara, oseleta) stiano piano piano recuperando un po’ di terreno e di considerazione tra i produttori. Toscanamente parlando, forse i cosiddetti vitigni “viziati” (che danno cioè un vizio, una caratteristica particolare), possono svolgere un ruolo importante anche nella moderna viticoltura in Valpolicella.
A proposito di viticoltura in Valpolicella: tra un mese preciso ci sarà l’Anteprima dell’Amarone 2012, che si terrà a Verona sabato 30 e domenica 31 gennaio 2016; sicuramente una manifestazione da non perdere.
Ancora a proposito……BUON 2016!!!!!!