Un Fiano da…Rivolta2 min read

Tanti vini resistono al tempo, ma, come si sa, pochi migliorano. Tra questi il Fiano e gli ultimi studi scientifici dell’equipe coordinata da Luigi Moio è giunta alla conclusione che si tratta di un vitigno capace di sviluppare sentori sempre più interessanti.


Il punto vero è che sinora nessuno ha ragionato davvero per fare dei Fiano sui tempi lunghi, anzi, la stragrande maggioranza delle etichette è stata pensata per essere consumata nell’arco di un anno. In Irpinia una pattuglia di produttori sempre più robusta ha avviato un discorso di attesa di almeno un anno, Marsella arriva a due, anche se le pressioni del mercato per il consumo sono incredibili.


Prove sempre più inconfutabili dimostrano invece che un progetto di lungo termine potrebbe dare luogo a risultati straordinari. Ci spostiamo di una trentina di chilometri, di questo si tratta, dall’areale docg del Fiano alla Sannio doc del Taburno dove i bianchi in più di una occasione hanno dato prova di longevità, dalla Falanghina di LiberoRillo ai vini di Ocone dimenticati in cantina e ripescati per puro caso.

 

Lo stesso avviene con questo Fiano di Fattoria La Rivolta di Paolo Cotroneo di cui abbiamo sempre molto amato i suoi bianchi, sia quelli che hanno la mano di Angelo Pizzi, che quelli di Vincenzo Mercurio che gli è subentrato. La potenza di questo areale, il Taburno è un complesso che separa la valle Caudina da quella Telesina, è nel suolo vulcanico e nelle forti escursioni termiche molto simili all’Irpinia anche se si tratta di una zona meno umida e più calda. Rispetto alle altre zone del Sannio ha visto specializzarsi prima in Aglianico e Falanghina togliendo altri vitigni nazionali come il trebbiano, il Montepulciano e il sangiovese. Ma anche Fiano, Greco e Coda di Volpe sono abbastanza diffusi. Fu anzi proprio la cantina del Taburno a rilanciarli sul mercato ormai un quarto di secolo fa.


Dalla cantina prendiamo la 2008 di questo Fiano con la certezza che ci piacerà. Ma non potevamo immaginare tanto. La materia è molto piena, un vino quasi cicciotto, molto più vicino a Lapio che a Montefredane per intenderci, ma allungata dalla sapidità e dai toni amari. Stupisce di questo bianco lavorato solo in acciaio la freschezza assoluta e il tempo segnato dal un colore giallo paglierino carico ancora vino e brillante.

 

Non ci sono toni piacioni. L’ennesima prova, insomma della longevità dei bianchi campani e di una potenzialità ancora inespressa.

 

Sede a Torrecuso, Contrada Rivolta
Tel. 0824.872921
www.fattorialarivolta.it Ettari: 29 di proprietà Bottiglie prodotte: 150.000
Enologo: Vincenzo Mercurio
Prezzo: sotto i 10 euro. Vitigni: aglianico, fiano, greco, falanghina

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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