Tessa Donnadieu, francese di Nimes, è responsabile per l’estero di un’importante cantina sociale dell’astigiano. Con lei abbiamo parlato di tematiche commerciali internazionali e di come una donna riesca, con successo, ad approcciarsi a questo difficile e competitivo settore del mondo del vino.
Winesurf: “Partiamo dalla partenza: tu sei francese, di Nimes e quindi hai buona conoscenza del mondo del vino francese e del modo di vedere il vino in Francia: in che cosa è simile o, all’opposto, molto diverso rispetto al nostro?”
Tessa Donnadieu: “Di simile ha che le zone di produzione sono estremamente variegate. Per quanto riguarda la Borgogna, per esempio, trovo molte somiglianze con il Piemonte, con zone e sottozone ben precise: in entrambe si parla molto di terroir e sono abbastanza simili nel modo di comunicarlo. Però in Italia non esiste un modo di comunicare il vino sotto un unico cappello: in Francia c’è la denominazione Vin de France che ingloba tante denominazioni e sempre si parla di vino francese, mentre in Italia questo tipo di comunicazione e organizzazione non l’ho ritrovata. Non c’è un “superconsorzio” ma al livello più ampio la promozione è divisa, al massimo, per regione. Secondo me sarebbe bello, andando all’estero, avere una promozione con un unico marchio che è Italia. Altra cosa sono i vitigni autoctoni: l’Italia ne ha molti, la Francia molti meno, però è più difficile comunicarli.”
W. “Sono uno di quelli che non riesce mai a capire un ruolo aziendale se scritto in inglese, quindi, anche se export Manager è facile da tradurre cosa fa realmente un export manager?”
T.D. “Un Export Manager è il responsabile per l’estero dell’azienda e … fa tutto! (ride). Rido perché le mansioni si ampliano sempre. Personalmente ho sempre di fronte il calendario e devo pianificare tutto l’anno. Il primo compito è naturalmente quello di generare il fatturato dai clienti esteri e ci sono azioni che un Export Manager deve implementare per raggiungere il suo scopo. La prima, come detto, è pianificare l’anno cercando i momenti migliori per intercettare buyer esteri: per incontrarli utilizziamo fiere di settore e viaggi “sul mercato” che possono essere di vario tipo e con diversi obiettivi. Se non conosco una zona mi organizzo un viaggio di prospezione per capire quali sono gli importatori, come incontrarli e cercare di creare un collegamento. Poi ci sono viaggi di mercato affiancando un nostro cliente/importatore in loco e poi ci sono viaggi dove, assieme all’importatore e al nostro ufficio stampa, organizziamo incontri con la stampa di settore e non. Comunque il mio lavoro è essenzialmente B2B, ma può capitarmi anche di confrontarmi con i consumatori finali, per esempio nei viaggi che organizza il Gambero Rosso. Devo anche riuscire a capire come posizionare al meglio il nostro vino tenendo presente che siamo in una competizione mondiale, con Vecchio Mondo e Nuovo Mondo, e devi proporre prezzi adeguati tenendo ben conto di molti parametri.”

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