A me capita sempre di essere felice, bevendo Jacquesson. È una felicità razionale, motivata da una proposta che da tempo è allergica allo sperpero e ai clamori.
Occorre procedere a oltranza nel proprio percorso di formazione, sfidare la routine e bramare gli imprevisti; accettare di conoscere nuovi territori o nuove letture di essi; occorre dar retta alla curiosità, prendere appunti, riflettere e arrendersi all’imponderabile: un degustatore deve saper dare la caccia all’infinito.
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