Se i vitigni fossero serial Killer………
…non riuscirebbero a sfuggirci .
L’analisi del DNA li individua senza scampo, anche dopo la spremitura e le fermentazioni.
Non è neanche una notizia, si sapeva . Me lo confermano i biotecnici con vocazione agricola , nelle chiacchere del coffee-break.
Funziona anche con l’olio, benchè quasi tutto il DNA venga buttato via con l’ acqua di vegetazione : ci sono olii monocultivar certificati con l’ analisi del DNA .
Nel convegno “Tracciabilità e Qualificazione del vino e dell’ olio “, l’ Università di Firenze – Polo Scientifico & Tecnologico ha proposto nuove tecniche di analisi per l’ Agricoltura . Il convegno era organizzato con Confindustria e Camera del Lavoro di Firenze .
Più che per l’ identikit degli uvaggi, le biotecnologie sono state proposte per la diagnosi delle malattie delle piante, in una fase molto precoce, quando ancora non manifestano sintomi . Il mal dell’ esca e la flavescenza dorata della vite, la rogna dell’ ulivo, possono essere individuate nel materiale di vivaio , allo stato latente e nei portatori sani . Una bella alternativa, rispetto all’ espianto dell’ intero campo, che è obbligatorio quando si manifesta anche un solo caso .
En passant ho appreso che il mal dell’ esca ormai colpisce le piante giovani, mentre , fino a qualche tempo fa , sfoltiva i vigneti vecchi .
Ho appreso anche di una pesante vertenza in corso, fra vivaisti toscani e clienti australiani, anzi fra Toscana e Australia, per una partita di pianticelle di ulivo che ha introdotto in Australia la rogna . Erano portatori del tutto asintomatici. Con le tecniche di analisi del DNA , l’ infezione sarebbe stata diagnosticata .
Mi hanno colpito le tecniche di analisi mutuate dalla …Geofisica ! si va a misurare la percentuale di certi isotopi rari e si individua l’ origine del vino o dell’olio .
E’ la stessa tecnica con cui vengono caratterizzate e datate le formazioni geologiche, analisi di routine per un laboratorio geotecnico.
Una relazione era dedicata all’ isotopo Stronzio 86 . Riportando in grafico le percentuali misurate nei vini della Campania e del Lazio ,i punti si raggruppano in due nuvolette ben distinte : la percentuale nei vini della Campania è la stessa dell’ eruzione Vesusuviana del 79 ( Pompei, Ercolano , Plinio ), la percentuale nel Lazio è quella dell’ eruzione dei Colli Albani . La Toscana è più complicata , quindi più divertente per il ricercatore – comunque ben distinguibile da Campania, Puglie …e chi vuol intendere intenda .
Per l’appunto lo Stronzio…La relazione scivolava verso una sorta di effetto Trapattoni
( ricordate la mitica conferenza in tedesco, quando se la prendeva con l’ indisciplinatissimo Strunz ) .
Altri isotopi più decorosi permettono di individuare adulterazioni o manipolazioni . Ad esempio , l’ aggiunta di zucchero ai mosti viene individuata , perché la percentuale di isotopi rari ( Deuterio, Ossigeno 18 , Carbonio 13 …) sono diverse nello zucchero autoctono e in quello aggiunto , e non cambiano quando lo zucchero diventa alcol . La presenza di Deuterio nell’ acqua ( ovvero l’ acqua pesante ) varia a seconda delle località , e ci hanno fatto vedere una mappa dell’ Europa con le varie percentuali di Deuterio , arondissement per arondissement, provincia per provincia .
Infine, se si vuole la tracciabilità totale , si inserisce un chip nella barbatella e si legge alla volè come un codice a barre
Dunque, se il vitigno fosse un pregiudicato in libertà vigilata, anche in questo caso non riuscirebbe a sfuggirci .