Roberto Tonini ci ha lasciati3 min read

Non  è facile, non è per niente facile parlare di un amico che ti lascia, specie se non hai la dimestichezza con la penna che aveva lui, la voglia di raccontare il mondo, di viverlo che Roberto si portava dentro.

Ci hanno fatto sapere che è morto oggi ma non stava bene da tempo. Personalmente l’ho sentito al telefono non più di 5/6 giorni fa e sia io che lui provavamo a far finta che il peggio fosse passato, ma qualcosa dentro mi diceva che non era vero.

Caro Roberto, proprio nel giorno in cui la redazione di Winesurf, di cui tu farai sempre parte, si riunisce tu ci lasci per sempre. E’ dura da credere!

Perché continuo a non crederci? Perché penso che l’uomo che ho conosciuto, che incarnava l’allegra serietà e la sapiente vivacità della gente maremmana non sia più con noi?

Perché guardo la tua foto sul libro sulla Fattoria degli Acquisti dove la tua vita iniziò, e non riesco a pensare ad altro che al tuo sorriso buono?

Forse perché eri una persona buona e nella tua vita, passata attraverso il mondo della meccanica e poi del vino, di cose buone ne hai fatte tante.

Fabrizio mi ha chiesto di ricordarti con questa foto: eravamo a Scansano e forse è stata l’ultima degustazione che abbiamo fatto assieme.

Mi scuso con i lettori ma scrivo a salti perché mentre lo faccio penso al mio amico, al nostro amico perché tutta la redazione mi ha pregato di coinvolgerla, a quello con cui bonariamente litigavo perché scriveva articoli in lingua maremmitalica, che provavo a ritoccare sapendo di sbagliare comunque. Penso al Granocchiaio, come si firmava lui, che mi lasciava a bocca aperta scrivendo storie della sua infanzia o facendomi vedere le foto delle bellissime figlie e dei meravigliosi nipoti. Sento ancora l’amore che infarciva le parole quando parlava di sua moglie, e mi rendo conto che, in fin dei conti, Roberto continua a vivere perché l’amore per lui è in ogni angolo di Maremma e di Braccagni, in ogni persona che l’ha conosciuto, in ogni suo familiare a cui io e tutta la redazione di Winesurf siamo vicini e abbracciamo.

Una volta ho detto che la tua scrittura profumava di cucina, di vita, di gioia di vivere e anche oggi che ci hai lasciato continuerà a profumare, perché nelle tue parole c’era verità, gioia e amore e queste sono cose che hanno ottimi odori e ti fanno rendere conto che scrivere non è un mestiere per molti.

Vivere invece è il mestiere di tutti e tu, caro Roberto, l’hai fatto talmente bene che meritavi una “pensione” molto più lunga.

Ti bacio e ti abbraccio assieme a Fabrizio, Maddalena, Gianpaolo, Tiziana, Alessandro, Bruno, Paolo, Pasquale, Guglielmo, Giovanni, Barbara, Fosca, Andrea e a molti altri che mi scordo.

Ti vorremo sempre bene.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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