Qualche riflessione su Brunello e dintorni5 min read

Uno dei giornalisti più conosciuti ed affermati del nostro settore (nonché caro amico), Andrea Gabbrielli ha scelto Winesurf per il suo “ingresso” nel mondo del web. Ospitiamo quindi molto volentieri questo sue riflessioni sul Brunello di Montalcino.

 

Lo scorso 18 Maggio le aziende associate al Consorzio del Brunello di Montalcino, hanno eletto il nuovo Consiglio di amministrazione. Qualche mese fa avevo scritto un lungo articolo sul Corriere Vinicolo sulle vicende del Brunello che terminava  proprio sul tema del rinnovo delle cariche consortili. Ora mi scuso anticipatamente e profondamente  per l’autocitazione con tutti i lettori ma nell’articolo sostenevo che non sarebbe stata "la resa dei conti finale" –  cioè l’atmosfera western tipo "Sfida Infernale" di John Ford  che molti auspicavano – perché “ Montalcino non è Tombstone e la Toscana non è l’Arizona. Infatti – scrivevo – questa è la terra dei Machiavelli e dei Guicciardini, teste decisamente più fini ma non per questo meno micidiali. I talebani, però, si mettano il cuore in pace, alla fine il buon senso prevarrà anche questa volta”. 

Ora scorrendo la lista degli eletti (vedi nota 1) direi che il nuovo CdA è molto equilibrato perché riesce a rappresentare le diverse sensibilità presenti nel territorio montalcinese che, faccio notare, ha democraticamente e liberamente votato la sua rappresentanza secondo delle regole condivise  Sono anche convinto che tutti si batteranno con passione e tenacia per aprire una nuova pagina della moderna storia del Brunello.

E ciò vale a prescindere da chi sarà eletto presidente. I problemi da affrontare d’altra parte sono numerosi e vanno affrontati con saggezza e lungimiranza. Provo a sintetizzarne qualcuno. C’è un importante problema di mercato – e quindi anche di giacenze – da risolvere a fronte di una situazione internazionale di crisi congiunturale che pur mostrando qualche segno di ripresa, ancora è destinata durare. A Montalcino, c’è un’offerta di Brunello e di Rosso sin troppo ampia  – e una riduzione della superficie vitata non è ipotizzabile – e non sempre all’altezza della sua fama.  Le vicende giudiziarie e il prodotto realmente contestato – che rammento è stato il 4% del totale della massa di vino DO e Igt  presente nelle cantine di Montalcino (2008)  e non il 30 o il 40%  o più, come qualcuno pensava – hanno influito in modo del tutto marginale sull’immagine complessiva che invece è stata seriamente colpita dalle svendite a prezzi di saldo per effetto della crisi. Gli effetti di tali scelte sono nei fatti devastanti non solo per chi ne è responsabile ma lo sono in generale.

Non è un caso che la figura dell’imbottigliatore a Montalcino sino a qualche anno fa fosse quasi sconosciuta – circa l’1% del totale – mentre oggi sfiora il 25%. Insomma c’è un problema di rilancio generale del vino di Montalcino ma pensare di iniziare a risolverlo senza cambiare nulla degli attuali disciplinari, credo sia impossibile. Ad iniziare dal Rosso. Franco Biondi Santi che non credo certo si possa tacciare di qualsiasi forma di “revisionismo storico” in una intervista mi diceva "Io per quest’ultimo (cioè il Rosso) proponevo l’eventuale aggiunta di altri vitigni in piccole percentuali”. Produrre meno Brunello, salvaguardandone la qualità, significa anche rilanciare il Rosso così come allo stesso tempo razionalizzare il resto ( Sant’Antimo, Igt, ecc. ), potrebbe essere una strada e sono in molti ad averla proposta in passato.

Insomma con il nuovo CdA mi auguro si possa assistere ad una "ripartenza" dell’intero settore vinicolo montalcinese che in ogni caso non si è mai fermato. A Montalcino ci sono sempre stati grandi vini e ognuno, grande o piccola azienda, ha dato un contributo importante per lo sviluppo e la prosperità di questo territorio. Riproporre oggi la solita solfa di "grandi cattivi" e "piccoli buoni " significherebbe continuare a non comprendere che la specificità del mercato globale non è la dimensione dell’impresa ma se è italiana, cilena, sudafricana o australiana. Infatti ormai da tempo la partita non si gioca in casa ma sempre più fuori, all’estero, dove c’è bisogno dei buoni Brunello di tutti, delle piccole cantine come delle grandi.  Trovo che il Web debba e possa fare un salto di qualità nel modo di comunicare queste tematiche. Credo serva a tutti, a prescindere dal ruolo.

 

Nota 1

Il CdA del Brunello
Sono risultati eletti i seguenti consiglieri: Bindocci Fabrizio, Buratti Rudy, Cinelli Colombini Donatella, Cortonesi Andrea, Cortonesi Marco, Lambardi Maurizio, Lisini Baldi Carlo Arturo, Losappio Bernardo, Morlacchetti Ermanno, Orzalesi Guido, Pacenti Giancarlo, Palazzesi Elia, Ratto Fabio, Ripaccioli Francesco, Rivella Ezio.
Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino ha ora 20 giorni di tempo per scegliere, tra i 15 componenti nominati, il nuovo Presidente del Consorzio e i tre Vicepresidenti che resteranno in carica per il prossimo triennio.

 

 

nota 2

No comment
“ Le lobby della rabbia hanno imparato a usare i nuovi media con maggiore efficacia dell’informazione classica. L’urlo attrae l’attenzione meglio della voce pacata , l’insulto fa più audience della domanda, la calunnia raschia più a fondo della critica”. Gianni Riotta, direttore del Sole 24 Ore, scriveva queste frasi in un editoriale. Mi è tornato alla mente pensando al fraseggio di un fine e delicato intellettuale americano, autore del blog Do Bianchi, soventemente citato per l’acutezza delle analisi del suo autore Jeremy Parzen, il quale descriveva così le squadre in campo a Siena in occasione del dibattito tra Ezio Rivella, uno degli attuali candidati alla presidenza del CdA del Brunello, e Franco Ziliani  “Fascist, capitalist pig Ezio Rivella and his crony and brown-noser Vittorio Fiore faced off with the forces of good: Franco Ziliani and Teobaldo Cappellano “. Traduzione libera ” Il fascista e porco capitalista Ezio Rivella e il suo compare e leccaculo Vittorio Fiore in un faccia a faccia con le forze del bene: Franco Ziliani e Teobaldo Cappellano”. (Fonte http://dobianchi.wordpress.com/2008/10/03/a-higher-authority-brunello-needs-one

Andrea Gabbrielli

Quello che hai appena letto è un post scritto da un ospite speciale per Winesurf, che non troverai costantemente nel giornale.


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