QOCO 2006: Olio extravergine e giovani cuochi a confronto2 min read

Uno si immagina chissà cosa: poi li vedi arrivare in albergo, li avvicini e scopri che questi giovani cuochi (tutti sotto i trent’anni) convenuti ad Andria per Qoco da 10 paesi mediterranei diversi, sono per lo più dei ragazzini spaesati. Per molti di loro si tratta della prima uscita e se si aggiunge la tensione per la partecipazione al concorso e la difficoltà della lingua, il quadro è completo. E’ così ogni volta: il Concorso Internazionale per Giovani Cuochi del Mediterraneo che si svolge ogni anno ad Andria nei primi giorni di dicembre – ormai all’ ottava edizione – è anche un’occasione, spesso l’unica, che alcuni di loro avranno in tutta la loro carriera per fare esperienza internazionale. Un momento per conoscersi, per confrontarsi, per apprendere per valutare e valutarsi. Si sottopongono comunque con grande entusiasmo alla prova che anche in questa edizione prevedeva le classiche due “manches”: una con ingrediente obbligatorio (pesce azzurro) l’altra con tema libero. Filo conduttore, nonché tema principe del concorso l’olio extravergine d’oliva. A giudicarli un gruppo di esperti giornalisti e cuochi di rilevanza nazionale, tutti sotto la vigile, cortese e competente direzione di Alfonso Iaccarino, presidente della giuria. Quest’anno ha vinto l’Italia rappresentata da Yoshida Takao. Nessuna meraviglia: i giapponesi sono ormai di casa in Italia e come nel caso del giovane Yoshida da oltre sette anni ai fornelli di alcuni ristoranti di rango. Oltre al concorso un buon successo è venuto dalle manifestazioni collaterali, prima tra tutte quella dedicata all’educazione del gusto nelle scuole, che ha visto coinvolti oltre 650 alunni delle elementari. Divertimento e apprendimento non sono mancati nelle fasi – dalla raccolta delle olive sino all’estrazione e alla degustazione guidata dell’olio – che hanno visto protagonisti i piccoli. Legare una manifestazione all’olio senza cadere in convegni barbosi o manifestazioni autoreferenziali non è facile. C’è quindi naturalmente da augurarsi che il concorso, aldilà degli sforzi pur notevoli di quest’anno, faccia definitivamente un salto di qualità. Non solo dandosi continuità sul piano politico amministrativo – magari attraverso la creazione di una fondazione – ma soprattutto apportando nuove idee che possano far uscire dal limbo questa manifestazione che potenzialmente ha tutte le carte in regole per rappresentare in modo originale un comparto, quale quello dell’olio, secondo in Puglia per volume d’affari solo all’ortofrutta. Confidando ancora una volta nell’intelligenza e nella lungimiranza di chi amministra, non ci rimane che aspettare ( e che altro potremmo fare!)

 

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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