Nei giorni scorsi siamo stati molto felici di constatare che sia sul fronte delle bottiglie pesanti che su quello dei punteggi troppo alti non siamo più soli.
Infatti da quest’anno la guida vini di Slow Food inserisce nelle schede il peso delle bottiglie: per adesso solo il peso, senza creare un limite come facciamo noi. La cosa è però importantissima perché è la prima volta, dopo quasi 20 anni di lotta che un’altra guida mette nero su bianco ciò che noi diciamo da sempre e cioè che utilizzare bottiglie pesanti è solo un fatto di marketing e non ci incastra niente con la qualità del vino e la sua conservazione . Anzi, spesso e volentieri si usano bottiglie pesanti per vini di scarso profilo, cercando così di attirare il consumatore non grazie alla qualità del vino ma alla “pesante bellezza” della bottiglia.

Ormai lo sanno anche i sassi che ogni grammo di vetro prodotto crea un grammo di CO2 nell’aria e quindi meno vetro si produce meno si inquina. Inoltre produrre bottiglie più pesanti comporta spese maggiori sia per produrle che per trasportarle, usarle, riciclarle. Quindi un’associazione importante come Slow Food che fa propria la nostra campagna non può che far piacere a noi e a chi ha a cuore l’ambiente. Grazie Slow Food!
Un altro fronte in cui andiamo avanti soli soletti da sempre è quello dei punteggi “dopati”, esageratamente alti. Ormai se prendi meno di 92-93 punti su certe guide vuol dire che il tuo vino fa pena e sempre più i consumatori non riescono a capire questa corsa al rialzo, che ormai è arrivata da una parte a restringere i “voti buoni” nei sei punti che vanno da 95 a 100 e dall’altra nell’assurda follia di usare “voti universitari” conferendo 110 punti come se piovesse. Tutto questo ha ormai in gran parte screditato il settore guide e ci fa molto piacere che Leonardo Romanelli, collega e amico da sempre è attivo nelle guide vini, abbia affermato che sarebbe l’ora di darsi una ridimensionata.

Trovare un’altra sponda importante in questa assurda corsa a chi conferisce punteggi più alti ci fa grande piacere perché ormai è chiaro, sia ai produttori che ai consumatori che spesso un punteggio inutilmente alto porta con sé il “desiderio” (chiamiamolo così…) di essere ben visto dalla cantina e magari ottenere pubblicità o altre prebende. Naturalmente il giochino ha preso la mano da tempo arrivando all’assurdità, appunto, di restringere sempre più la fascia di punteggi importanti o di creare nuove e insostenibili scale numeriche.
Noi ci siamo tirati fuori da tempo da questa corsa al rialzo e non vi nascondo che ne paghiamo le conseguenze, con produttori che non capiscono che un nostro 86 è un punteggio di cui potersi gloriare e che un 80 è sempre e comunque un buon voto (Non so voi, ma le poche volte che a scuola prendevo 8 facevo i salti di gioia). Si arriva all’assurdo che alcuni anni il voto più alto da noi conferito è considerato fra i più bassi di altre guide.
Così non si può andare anti e quindi diciamo grazie a Leonardo per questa coraggiosa presa di posizione, sperando che altri si rendano conto dell’assurdità di tali scelte. Per quanto ci riguarda noi continueremo per la nostra strada, l’unica perseguibile se vuoi essere preso sul serio dai lettori.
