Primo approccio col Riesling4 min read

Il nostro Pierlorenzo Tasselli è andato alla degustazione fiorentina dei riesling (vedi) ed essendo il suo primo incontro con questo vitigno ha voluto parlarcene…alla sua maniera.

 

 

        PREFAZIONE

a) Flora, relitto interglaciale.

        L’ Europa, dal tempo dei Romani alla fine del Medioevo, ha goduto di un clima più mite rispetto ai secoli successivi, e questo ha permesso alla coltura della vite di espandersi verso nord,in Germania e in Inghilterra.
Dal medioevo alla fine dell’ 800 il clima si è raffreddato , nella “piccola era glaciale” e la coltura della vite si è ritirata verso sud.
Nel ‘900 è iniziato un lento riscaldamento, che continua ai giorni nostri, senza avere ancora ripristinato il clima del Medioevo.
Nelle valli del Reno e della Mosella alligna una viticoltura relitto dell’ interglaciale romano-barbarico.  Con aree vitate e aziende che risalgono ad allora! E continuano a usare le stesse tecniche di vinificazione .

b) L’ incontro con l’ Altro .
             Fin dai tempi di Cristoforo Colombo (ma anche prima) l’uomo dell’occidente vive con inquietudine il problema del rapporto con l’ Altro: abitante di luoghi remoti, portatore di credenze e comportamenti totalmente alieni. Con difficoltà a riconoscerlo come umano.  
Tali difficoltà ho sperimentato, nell’ incontro con gli amabili produttori di vino del Reno.

 

 
       DEGUSTAZIONE

L’ ottimo Gian Luca Mazzella, che orchestrava il seminario sull’ evoluzione del riesling , osservava che è piuttosto difficile trovare in Italia i riesling del Reno e della Mosella : si chiedeva perchè.
Uno dei possibili motivi sta nel fatto che hanno una gradazione intorno agli 8 gradi , che in Italia li pone fuorilegge – o almeno non si possono chiamare “vino”.

La spina dorsale di questi vini è l’ acidità, che tiene insieme tutto, e consente di avere queste gradazioni, oppure gradazioni “normali” ( diciamo, sui 12 ) – zuccheri elevati, oppure niente zuccheri – botrytis o anche no – un anno quasi secchi, dopo un po’ del tutto asciutti – possono partire con un’ acidità tagliente ( ma mai sgradevole ) per poi smussarla … e così via .

Ci è stato spiegato che molti dei grandi non diraspano , non aggiungono zucchero e si affidano ai lieviti indigeni . Qualche volta la fermentazione si arresta : in tal caso si aspetta , finchè decide di ripartire . Ne deriva una varietà sorprendente di aromi e i combinazioni .

Va citato a questo punto lo “spontig” ( ammesso che si scriva così ) . Un aroma che si ha difficoltà a definire, legato alla vinificazione molto molto tradizionale . I tradizionalisti ( appunto ) gli sono molto affezionati.

Non è certo che sia gradevole , su questo punto si avverte un cero imbarazzo . L’ assaggiatore ingenuo vi avverte soprattutto il carburo , ma si tratta di una sensazione ineducata . Gli esperti discernono finezze più sottili: butano e propano , etano e metano.

L’ apologia reazionaria dello “sponting” mi ricorda irresistibilmente l’ analoga passione per il “merdin”, dei barolisti antichi .
D’ altra parte il gusto di idrocarburi, meglio se appena accennato, è un carattere diagnostico dei riesling tedeschi.

Per raggiungere un barlume di comprensione e d empatia con colui che mi pareva alieno , mentre invece è “mon semblable, mom frere” , ho praticato delle tecniche sciamaniche, di straniamento e di transe . Un “adorcismo”, direbbe Luc de Heush .
Affrontando l’ ultimo vino proposto, la perla della degustazione ( Riesling Sonnenhur Auslese 1983 di J.J.Prüm ), mi sono immaginato di avere i fronte un vin santo toscano e di essere il signor Prum.

Un vin santo di quelli che sanno di metallo e di jodio , con una volatile che provoca embolia gassosa, quelli che piacciono a me.

Il signor Prüm sulle prime rimarrebbe molto perplesso. Ma forse, pensando al riesling che lui produce –  che presenta con l’ appellativo “dolce”, quando non ha più neanche una molecola di zucchero – che si direbbe conservato sconsideratamente in un recipiente di rame ,per 20 anni ,e poi tagliato con una robusta dose di GPL, che nonostante tutto questo ha sensazioni di freschezza… complesso , ma di una complessità formata da aromi nessuno dei quali è consueto in un vino.

Ripensando a tutto questo , il signor Prüm comincerebbe a considerare diversamente il vin santo estremo che si trova davanti .

Sono uscito dalla trance, tornato me stesso e ho riconosciuto nel Sonnenuhr Auslese un legittimo prodotto dell’ingegno umano e nel signor Prüm un confratello simpatico .

Ci hanno parlato del prezzo che queste bottiglie spuntano nelle aste . Fuori asta, con qualche centinaio di euro ci si può procurare questa soddisfazione, che noi immeritevoli privilegiati abbiamo goduto senza oneri.

Datemi qualche minuto per pensarci e mi verrà in mente un uso ludico alternativo per qualche centinaio di euro.

Pierlorenzo Tasselli
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