Presidenza Brunello:comprare ai minimi per rivendere ai massimi3 min read

Fino ad ora non avevo detto la mia sulla futura elezione del nuovo presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, semplicemente perché non mi sembra va una notizia così importante. Mi ripromettevo, a cose fatte, di intervistare il nuovo presidente e di sapere da lui come vedeva il futuro di questo grande rosso.

La notizia che mi è arrivata stamani però ha bisogno di un commento: sapete quanti si sono i candidati?

37, dico 37!!!!

Pur  plaudendo a tutti e 37, che andrebbero ad operare gratuitamente a favore del Consorzio, la cosa mi sembra abbastanza strana. In passato (e non solo a Montalcino) per trovare uno che facesse il presidente occorreva fare i salti mortali, pregare quasi in ginocchio per giorni ogni candidato, blandirlo, corteggiarlo per mesi. Oggi, tutto ad un tratto, ben 37 persone si candidano ad una carica che fino a poco tempo fa non voleva nessuno; e non siamo certo in un momento di vacche grasse.

Cosa sta succedendo?
Prendendo spunto dai miei trascorsi di consulente finanziario credo ricordi l’operazione che tutti gli operatori di borsa vorrebbero fare: comprare ai minimi per rivendere ai massimi. In altre parole: oggi l’immagine di questo consorzio (e del  suo vino..) sta pagando quanto successo circa due anni fa, però le prospettive sono di indubbia risalita. Per questo molti hanno fiutato l’affare  (affare non finanziario ma di esclusiva immagine, se però oggi come oggi ti sembra poco…) e cercano di diventare presidenti di un consorzio che sicuramente, nei prossimi quattro anni, sempre per rimanere in ambito borsistico, migliorerà e non di poco le proprie quotazioni.

Lasciare la carica tra quattro anni e passare alla storia di Montalcino come il presidente che ha riportato in alto il Brunello sarebbe certamente un viatico di immagine non da poco. Mettiamoci anche il fatto che per quattro anni la faccia che verrà vista in tutto il mondo (perché comunque Brunellopoli ha fatto parlare molto, ma molto di più di Brunello) sarà quella del nuovo presidente ed il cerchio si chiude.
Poi naturalmente tutti lo faranno perché credono nell’associazionismo e sono pronti a mettersi in gioco ed il mio è solo un discorso da vecchia comare, però….

A proposito di mettersi in gioco. Tutti e 37, prima di andare a votare, dovrebbero alzarsi in piedi e tributare un grande applauso all’unica persona che veramente si è messo in gioco, il presidente uscente Patrizio Cencioni. Patrizio è stato l’unico che, quando veramente la situazione era drammatica ha avuto il coraggio di prendere in mano una patata bollentissima, che allora nessuno si sognava nemmeno di sfiorare e molti volevano addirittura schiacciare e gettare nell’immondizia. E’ stato l’unico che ci ha messo la faccia: di questo bisogna dargli atto e credo che un piccolo monumento equestre, davanti alla fortezza, se lo meriti.

Per il resto aspetto che venga eletto il nuovo presidente e fin da ora gli annuncio che andrò a intervistarlo subito dopo l’elezione  e che le domande non profumeranno di rose e fiori.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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