Parlano i Vignaioli: una manifestazione dalle spalle larghe (speriamo)2 min read

Hanno parlato eccome! Lo hanno fatto  a gran voce, durante "Parlano i Vignaioli" che si è svolta a Bari il 19-20 gennaio, con la loro numerosa partecipazione e con i loro vini. Anche il pubblico non s’è fato pregare partecipando in modo considerevole ed attivo (quasi  600 ingressi).

Un successo  affatto scontato alla vigilia, quando i timori che un incontro con i vignaioli così particolari fosse un evento  troppo avanzato per il territorio pugliese. Dubbi e timori fugati già nella mattinata della prima giornata che ha visto riempirsi sale e seminari di addetti ai lavori, ma anche tanti semplici appassionati.

Pubblico scelto, consapevole di trovarsi difronte a produttori diversi, come diversi sono i loro vini, carichi di storie personali, di scelte non facili e di una filosofia che definire semplicemente produttiva è molto riduttivo.

Chiamiamoli come vogliamo, ma vini “naturali” a me sembra il termine più appropriato per definire questo modo di produrre. Mi piace la definizione che ne ha dato Arianna Occhipinti: “E’ un vino che proviene da uve non trattate con anticrittogamici e fertilizzanti di sintesi, senza uso di additivi e coadiuvanti in cantina”. Una definizione sintetica, che lascia spazio a parecchie interpretazione, ma che sostanzialmente trovo appropriata.

Però diciamolo subito, un movimento come quello dei vini naturali è in fermentazione continua.  All’interno c’è di tutto, da quelli che la solforosa no, costi quel che costi, a quelli che la solforosa male necessario; da quelli che ossidato è bello a quelli che meglio una puzzetta  che…. a quelli che ti piacerebbe che molti vini fossero così, fatti per essere bevuti più che discussi, insomma ancora “atto a divenire”.

Ma al di là dei vini che ognuno valuterà con il proprio metro, non era possibile non notare il clima particolare che regnava e che ha permeato tutta la manifestazione: sereno, disteso,  informale, con i produttori che si conoscono tutti e discutono di tutto come vecchi amici. L’aria che si respirava era  così diversa da quelle delle manifestazioni ufficiali, cariche di rituali paludati, di sorrisi di circostanza, spesso di degustatori disattenti e di bevitori incalliti.

Un clima contagioso per fortuna, che ha coinvolto i molti visitatori rendendoli partecipi di un evento fortemente voluto da Massimo Lanini e realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Cantine Giardino. Mi auguro che "Parlano i vignaioli" possa diventare un appuntamento annuale e che sia  da stimolo per alcuni produttori, perché imbocchino un percorso che li li avvicini sempre più alla natura; ce n’è bisogno.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE