“Ognibendibio”, ovvero quando il marketing è intelligente1 min read

Nonostante se ne parli tanto il “biologico” resta un mondo a se, circondato da sempre o da entusiasti sostenitori che “credono” o da folte schiere di scettici a cui neanche le più evidenti dimostrazioni scientifiche fanno cambiare idea. In mezzo la maggior parte dei consumatori, che pur percependo il “biologico” come un qualcosa in più , non sanno dove trovarlo, a meno di fare la spesa in negozi specializzati  poco diffusi e piuttosto cari. Anche  nei ristoranti è difficile percepire una presenza qualificata del biologico che vada al di là dell’olio o della confettura. Pure in quelli blasonati, solitamente pronti a dare valore alle materie prime, non v’è traccia quasi mai del prodotto bio. 

Per questo una iniziativa come “Ognibendibio” firmata  Barone Pizzini ci è sembrato che spinga nella direzione giusta, quella cioè di far comprendere “che a tavola bio non significa soltano sano ma anche gusto ricco di sfumature e possibilità, autentico e raffinato”

Per un mese dal 28 settembre al 28 ottobre sedici ristoranti proporranno anche in Puglia  piatti della tradizione del territorio e ricette originali preparate con materie prime da agricoltura biologica e naturalmente accompagnati da vini di qualità ottenuti da vigneti “bio” della Barone Pizzini, che produce anche in Puglia nella Tenuta del Barco di Marina di Pulsano (TA).

L’azienda  che è una delle più antiche della Franciacorta: produce vini esclusivamente provenienti dai suoi vigneti che coltiva biologicamente, oltre che in  Franciacorta e nella tenuta del Barco, anche nella tenuta Pievalta nei castelli di Jesi e nei Poderi di Ghiaccioforte in Maremma.

Un modo intelligente di fare marketing.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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