New York mette fuorilegge il foie gras: esticazzi!3 min read

In un mondo sempre più impastoiato nella globalizzazione alimentare, dove miliardi di maiali vengono allevati con il taglio preventivo di orecchie e coda perché si morderebbero tra loro dalla rabbia di stare più o meno in otto in un metro quadrato, dove gli stessi maiali campano a mangimi imbottiti di antibiotici perché  le infezioni in quegli ambienti sono la cosa più facile del mondo,  dove fantastiliardi di polli e tacchini subiscono lo stesso trattamento, dove milioni di manzi da carne e  mucche da latte vivono in condizioni di pochissimo migliori, New York proibisce il foie gras.

Voi direte che è un segnale importante,  almeno un punto d’inizio per un nuovo modo di allevare e di cibarsi, più rispettoso della vita e del pianeta. Io invece, pur ammirando la notevole scelta mediatica, dico che è  un po’ come dichiarare di voler andare sulla luna e iniziare mettendosi una zeppa di qualche centimetro sotto le scarpe.

Non ho niente contro oche e anatre ma  non capisco perché nessuno difenda  maiali e polli e inizi crociate sul fatto che non possano e non debbano essere allevati in spazi più che angusti, comunque  alla pari di quelli usati per anatre e oche (oramai non si inchiodano più le zampe alle oche, si sappia!).

Caro Consiglio Comunale di New York, perché non metti fuorilegge gli hamburger, gli hot dog e tutte quelle “preparazioni” fatte con carni che arrivano da ogni parte del mondo vendute in ogni supermercato del pianeta? Sono comunque prodotti che nascono per il 95% in allevamenti lager, che inquinano la Terra (l’allevamento degli animali  è uno delle cose che più concorrono ad inquinare il nostro pianeta), che quando visiti certi allevamenti ti fanno sentire in colpa, alla pari se non peggio di vedere dodici oche in un metro quadrato.

Del resto uno dei più grossi problemi per i produttori di vino di molte zone sono gli animali selvatici, che in certe situazioni distruggono anche il 100% del raccolto, però grazie a Walt Disney e a Bambi sparare a un capriolo è un crimine, mentre uccidere miliardi di maiali è un’attività economica.

Caro Consiglio Comunale di New York, da voi forse non vi sono caprioli che mangiano miliardi di gemme di vite e mancano anche i cinghiali che le vigne le devastano per mangiare l’uva, però il vino si beve e allora perché non obbligate i produttori a certificare che il loro vino nasca in zone dove non esiste la caccia?

Cosa dite? Vi sembra una stupidaggine? E allora mettere al bando il foie gras cosa vi sembra? Mi sembrate tante Maria Antonietta al contrario, accanendovi sulle brioches senza considerare che è il pane che manda avanti il mondo. Ma forse è proprio per questo che ve la prendete con il foie gras, perché, almeno dalle vostre parti, non manda avanti un’economia.

Il giorno che metterete fuorilegge gli hot dog  e quei ristoranti senza cuochi che iniziano per due consonanti e consumano carni di animali allevati in lager, inquinando in maniera forse irrevocabile il pianeta, fatemelo sapere e chiederò la vostra beatificazione. Fino ad allora evitate almeno di prenderci per il culo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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