Nasce il premio “Giulio Gambelli per il miglior enologo “under 35”3 min read

Come tutte le volte che devo parlare di Giulio Gambelli e della sua memoria non posso esimermi dal dividere in due l’articolo, la prima parte sarà scritta dal giornalista, la seconda dall’amico.

Stamani 16 febbraio 2012 alle 12, presso la Stazione Leopolda di Firenze, nell’ambito della conferenza stampa sulle anteprime toscane verrà presentata la prima edizione del premio nazionale Giulio Gambelli “per il giovane enologo che più si mostrerà vicino all’idea di vino dell’indimenticabile Giulio Gambelli”.

Il premio andrà all’enologo, di massimo 35 anni, che nell’anno solare (quindi, per la prima edizione, il 2012) abbia partecipato in prima persona alla produzione di vini aderenti all’idea di fare vino che fu di Giulio Gambelli: massimo rispetto per la materia prima e prodotti che esprimano in maniera chiara e netta sia i vitigni di provenienza che il territorio di origine.

Perché ne parliamo qui? Perché il premio è promosso da noi IGP e dalla neonata associazione dei giornalisti enogastronomici toscani denominata ASET. Ma se ASET e gli IGP penseranno alla parte organizzativa, affiancheranno e sosterranno il premio sia i tre principali consorzi toscani con cui Giulio ha collaborato (Consorzio Chianti Classico, Consorzio del Brunello di Montalcino, Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano) sia le molte aziende per cui Giulio ha creato vini indimenticabili. Non vi fornisco adesso l’elenco perché è in continuo aggiornamento e non vorrei dimenticare qualcuno.

La giuria, anzi le giurie del premio sono in via di formazione. Saranno due, formate solo da giornalisti enogastronomici. Ma di questo torneremo a parlare quando sarà pronto il regolamento del premio, che verrà conferito ogni anno durante le anteprime toscane.

 

Bene! Fino a qui la nuda e bella cronaca, adesso può parlare l’amico.

Giulio Gambelli ci ha abbandonati lo scorso tre gennaio ma il suo ricordo è talmente vivo che l’idea del premio è praticamente sbocciata da sola. A molti è sembrato naturale che l’eredità lasciata da Giulio non dovesse assolutamente andare perduta.

Non parlo solo di vini, parlo di etica enoica e non solo, di correttezza, di modestia, di sapiente valorizzazione dell’uso del tempo.
Giulio Gambelli, anche se era stato dotato da madre natura di un palato eccezionale, non sarebbe riuscito a fare i vini che ha fatto se il suo carattere ed il suo modo di approcciarsi alla vita fossero stati diversi. La sua signorile modestia, il suo equilibrio, la sua profonda bontà, la sua saggezza riuscivano a permeare i suoi vini di un qualcosa che assomigliava moltissimo ad un’anima.

In questi giorni, dovendo partecipare ad alcune celebrazioni del suo nome, ho avuto modo di assaggiare vini (chianti classico base, niente più) da lui prodotti negli anni sessanta, che ancora mostravano freschezza e profondità. Per non parlare di quelli degli anni ottanta e novanta, vini famosi in tutto il mondo che all’ assaggio giustamente lasciavano stupiti i commensali.

Quanto stupore negli occhi e nelle facce di chi non lo conosceva, quanta soddisfazione, quasi quanta venerazione per vini che hanno veramente un padre ed una storia da raccontare. Questa storia deve continuare perché certi valori non possono non far parte della nostra società.

Per chiudere permettetemi di sognare e di immaginare che giovedì mattina, durante la conferenza stampa, Giulio lascerà per un attimo i vini divini che adesso ha da curare, si affaccerà e guarderà in basso verso noi. Non dirà niente come suo solito, forse scuoterà la testa, ma sarà felice.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “Nasce il premio “Giulio Gambelli per il miglior enologo “under 35”3 min read

  1. ottimo!! ma invece per gli agronomi niente? si vede che non contano molto..

  2. L’idea mi sembra molto buona e credo pure la migliore per ricordarlo concretamente. Sono perplesso sull’uso della parola enologo in quanto in passato Giulio ha dovuto difendersi dall’accusa di abusare di questo titolo- non è mai stato né enotecnico né enologo – portata avanti proprio dall’Associazione degli enologi. Una ferita che non mi risulta sia stata mai sanata. Allora perché contestualmente al premio non promuovere l’assegnazione seppur postuma di quel riconoscimento ? Credo che molti enologi “patentati” sarebbero disponibili. Sarebbe un bel modo per chiudere una vecchia vicenda che tanta amarezza aveva provocato in Giulio.

  3. E’ una bellissima iniziativa. Mi lascia perplessa però il limite dell’età . Credo che esistano enologi un poco più agés che hanno avuto la fortuna e il tempo di farsi le ossa quando Gambelli era ancora in piena attività  e che forse sarebbero più meritori del premio. Perché escluderli?

  4. @nellenuvole. L’idea è quella di privilegiare i giovani, sperando soprattutto che apprendano il messaggio che sta dietro ai vini di Giulio e cioè umiltà , saggezza, uso del tempo, equilibrio.
    @andreaGabbrielli. Caro Andrea, ho provato per anni a cercare di far conferire a Giulio una laurea ad honorem e ho sempre trovato porte chiuse. Adesso credo che sia molto più importante che degli enologi si ispirino, per fare vino, ad un non enologo che un tardivo riconoscimento.

  5. Darei in parte ragione anche a Nelle Nuvole, pero’, aumentando il limite d’eta’ almen alle donne, che ci mettono molta piu’ fatica e tempo.

  6. condivido ciò che scrive Nelle Nuvole , ci sono enologi che hanno lavorato per molti anni al fianco di Giulio ,fino all’ultimo e sono loro che possono a noi giovani (io ho 32 anni) tramandare il pensiero e il modo di lavorare che era di questo grande uomo, non si può secondo me escluderli

  7. Carissimo Andrea, il premio non nasce per premiare gli allievi di Giulio ma quei giovani enologi di tutto il territotio italiano che, pur non avendo mai conosciuto Gambelli, fanno vino con lo stesso rispetto per il vitigno, e l’andamento stagionale, lo stesso rigore, la stessa saggezza ed eleganza. Non si tratta di creare l’erede di Giulio ma di perpetuare un modo £eitco”di fare vino che spesso non è stato seguito proprio da chi ha lavorato a fianco di Giulio per anni.

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