Morellino di Scansano Riserva Gualtiero 2021, Moris Farm2 min read

Adolfo Parentini, che per anni ha guidato Moris Farm,  non solo ha fatto crescere in maniera esponenziale l’azienda, ma è uno di quei 3-4 produttori maremmani che hanno fatto conoscere e apprezzare i vini della loro terra nel mondo, facendo anche capire a tanti suoi colleghi le possibilità viticole di quel meraviglioso territorio.

Adolfo Parentini con i nipoti, adesso alla guida dell’azienda.

I suoi Morellino di Scansano sono stati tra i primi che hanno unito la ruvida ma corposa scorza del sangiovese all’eleganza che questo vitigno può e deve avere, anche in zone dove il caldo e il sole non risparmiano nessuno.

Mi ricordo che negli anni ’90 organizzammo una degustazione bendata con grandi sangiovese di famosi nomi del Brunello e del Chianti Classico in cui inserimmo anche  il Morellino di Scansano Riserva 1988 di Moris Farm che, “rischiò” quasi di essere nominato come miglior vino.

Ho rivisto giorni fa Adolfo e mi ha regalato due bottiglie del Morellino di Scansano Riserva Gualtiero 2021, così chiamato per ricordare Gualtier Luigi Moris, l’uomo che praticamente fondò l’azienda nel secondo dopoguerra. Il vino è un uvaggio dove il sangiovese tocca il 90% e il resto è suddiviso tra cabernet sauvignon e merlot.

Sono curioso per natura e così non ho fatto passare nemmeno 24 ore e ho aperto la bottiglia, trovando quello che mi aspettavo. Il naso è giovanissimo ma il legno è ben modulato e serve a esaltare la parte fruttata, accompagnata da un’alcolicità elevata ma bilanciata. Il meglio di sé il vino lo dimostra al palato dove, come ogni Riserva di Moris, ha corpo, potenza ma anche freschezza. I tannini sono fitti e già dolci e la sensazione generale è di un vino importante ma già ben godibile. Vi consiglio però di aspettare ancora almeno due anni per gustarlo al meglio, giusto per dargli quella “rifinitura” che solo il tempo e la bottiglia portano in dote.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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