Montalcino, 9 aprile 2008.2 min read

Montalcino ieri, prima e durante la riunione dei produttori del Brunello sembrava il set di una spaghetti western mentre si gira la scena del duello. Nessuno per strada, silenzio, mancavano solo i cespugli che rotolavano spinti dal vento. Le uniche persone che si vedevano erano giornalisti e troupes televisive che provavano, senza il minimo successo, a far parlare i pochi negozianti affacciati alle porte dei negozi. Un clima che definire teso era fargli un complimento. Nel frattempo la riunione era iniziata con l’intervento del Presidente che, a detta dei partecipanti, ha fugato molte delle paure e dei dubbi che c’erano, specie da parte dei piccoli produttori. Come atto dovuto il presidente ed i consiglieri delle aziende sotto inchiesta (4 in totale) hanno presentato le dimissioni dal consiglio. Dimissioni che verranno votate ( e pare respinte) nell’Assemblea dei soci del 29 maggio prossimo.
Pare che nessuno del consiglio abbia  parlato di cambio di disciplinare e tra chi è intervenuto solo uno lo ha fatto, rimanendo voce isolata e inascoltata. Ha parlato anche Baldassarre Fanti, il vecchio presidente, spiegando l’operato del consiglio precedente.
La riunione è durata quasi tre ore e forse la decisione più importante è stata quella di affidare la comunicazione istituzionale alla Barabino & Partners di Milano.

 

Fino a qui la parte “notiziario”.

 

Adesso qualche commento.

 

Pare che i produttori abbiano fatto quadrato e la parola d’ordine sia: il problema è piccolo e circoscritto. Forse se il Presidente del Consorzio organizzasse una conferenza stampa per spiegare al mondo quale è il piccolo problema si riuscirebbe a passare dai “rumors” ai fatti. Ieri mi hanno telefonato colleghi di altre nazioni per capire cosa stava succedendo. Continuare a comunicare la cosa in maniera frammentaria non porta giovamento certo alla verità, qualunque essa sia.

Ci voleva una crisi di questa misura per capire che un Consorzio come quello del Brunello aveva bisogno di un ufficio stampa organizzato e funzionante?

Ieri non si è parlato di cambio di disciplinare e questa è forse la bella notizia. Speriamo che non lo si faccia nemmeno in futuro.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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