La stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, vol. 41, n.15, 31 marzo 20173 min read

Il titolo grande di copertina è dedicato ai vini australiani (“Rediscover Australia”). Poi: tre grandi annate in Oregon, Bordeaux 2014: 250 vini da più di 90 punti, e Formaggi per i wine lovers.

”Il ritorno dell’Australia” è al centro dell’editoriale di Shanken e Matthews. Poi ci sono  il feedback dei lettori e le consuete rubriche di GrapeVine.

Le notizie: la Francia cerca di definire i vini naturali, l’acquisto, da parte di Stan Kroenke (Screaming Eagle) del Domaine Bonneau de Martray a Corton, in Borgogna, nonché la vendita,  non meno importante, della quota di maggioranza di Biondi-Santi alla EPI della famiglia Descours.

 

Poi: il piatto dei formaggi, le novità nel mondo del caffè, il perfect match cibo-vino (carciofi arrosto e un bianco delle Canarie), la borsa della spesa e le pagine degli editorialisti: James Laube parla delle trasformazioni indotte nella Napa Valley dalla fillossera degli anni ’80, mentre Matt Kramer  si sofferma sulla  crescita qualitativa degli Chardonnay  outside Burgundy, a cominciare, naturalmente, da quelli dell’Oregon.

 

Il primo servizio di questo numero è dedicato alla rinascita della vitivinicoltura australiana . Ne parla Maryann Worobiec, che presenta anche le cantine più interessanti delle sue varie regioni.

 

E’ poi la volta dei vini dell’Oregon, sui quali si sofferma Harvey Steiman, in costante ascesa, complici quattro grandi annate dopo un opaco 2011.

Ovviamente grandi Pinot Noir, ma anche Chardonnay molto interessanti (al vertice la Ribbon Ridge Reserve 2014 di Eminent Domaine). A seguire, la lista dei newcomers  da seguire.

Prima di passare ai Bordeaux, Ben O’Donnell presenta i Syrah della famiglia Reynvan nella regione di Walla Walla.Tocca a James Molesworth parlare della bella annata 2014 a Bordeaux: buoni vini equilibrati anche nei prezzi.

Il valore medio dell’annata viene stimato in 93 centesimi: al di sotto degli eccezionali 97 punti dell’annata 2009 e 99 dell’annata seguente, ma ben al di sopra del 2012 e del modesto 2013.

Al vertice, tra i rossi preferiti di Molesworth, Latour, Haut-Brion e Mouton-Rotschild. Subito sotto: Ducru-Beaucaillou, Lafite, Léoville-Las Cases, Margaux e Montrose. Sulla riva destra: grandi Saint-Émilion, Cheval Blanc  e Le Pin, mentre tra i Pomerol spicca le Vieux Château Certan.

Tra i bianchi secchi, naturalmente Haut-Brion e La Mission Haut-Brion, con la sorpresa Pavillon Blanc di Margaux.

Liquorosi: come sempre, Yquem e Climens. Ma con loro sono l’Extravagant di Doisy-Daëne e Coutet.

Ci sono poi gli Smart Buys , gli acquisti intelligenti, e le cantine da tenere sott’occhio. Infine la Buying Guide, che, come sempre, chiude il fascicolo. Gli italiani: spicca l’Ugolaia 2010 di Lisini tra i vini da non mancare, mentre Gran Bussia di Aldo Conterno 2008 e Solaia 2013 sono nella lista dei Collectibles.

Un Chianti classico, del Castello di Bossi, del 2013 , fa parte degli acquisti intelligenti del mese. La pagina  del Dr. Vinny , prima di finire, questa volta parla di legno.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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