Viva il Sud America. E’ infatti pressoché interamente dedicato ai vini sudamericani questo numero di Decanter, che assegna loro il titolo grande di copertina. Appena più sotto ci sono i top wines di Malbec dell’Argentina , e ancora più sotto gli aces del vino cileno e le sorprese da Brasile e Uruguay.
Titoli minori sono per Barolo e Barbaresco, l’itinerario nel Rodano settentrionale e l’incontro con i raccoglitori.
Dopo una bella immagine a colori di vigne a Colomé , nella Salta argentina, si comincia con l’editoriale di Johnn Stimpfig (la scoperta dei vini di Brasile e Uruguay), le rubriche e le pagine degli editorialisti:le notizie del mese, l’obituary di Denis Dubourdieu, le lettere dei lettori, e poi Jefford (la “memoria strutturale” della vigna dopo i grandi disastri),Johnson (il tempo: l’elefante nella stanza della degustazione e in cantina),Halliday (l’Australia e i tappi metallici).
Eccoci dunque al Sud America. Si comincia con i dieci migliori terroirs dell’Argentina e le migliori etichette da Salta alla Patagonia .
A seguire é il Syrah cileno: Stimpfig sceglie i dieci da assaggiare assolutamente. Ancora Cile e Argentina nell’articolo che segue (Crossing the Andes): sono però quasi tutti argentini (solo duei cileni) i vini scelti da Decanter.Il ritratto del produttore del mese é quello di Zorzal, nella Uco Valley, mentre il ritratto regionale é dedicato a Itata (500 km.a sud di Santiago, in Cile).
L’articolo che segue é intitolato l’età dell’oro del Brasile (tra i migliori secondo Decanter c’é anche un vino ricavato dall’uva Peverella del Trentino). L’Uruguay (ne parla Amanda Barnes nel servizio che segue) ormai non é più solo Tannat. Tra i vini selezionati, una tavolozza di varietà: Chardonnay, Albarino,Petit Manseng, Viognier, Torrontés, Marsanne e Syrah.
Anche i Panel Tastings del mese sono dedicati al Sud America, e precisamente ai Malbec dell’Uco Valley e ai Pinot noir cileni, mentre Patricio Tapia seleziona i migliori sparklings dell’America del Sud.
Due articolo sul “resto del mondo” completano questo fascicolo: nel primo Stephen Brooks seleziona i suoi migliori Barolo e Barbaresco, nell’altro si celebrano i raccoglitori d’uva.
Che cosa resta ancora? Naturalmente le pagine di Spurrier,l’itinerario del mese (Rodano Nord), le Notes & Queries , il Market Watch con i prezzi di Bordeaux, Porto e Champagnes, per finire, come sempre, con la leggenda , quella del Wehlener Sonnenhur Riesling Auslese Goldkapsel 1971 di J.J. Prüm.