La stampa estera a portata di clic: Decanter, vol 42, n. 7 aprile 20174 min read

Il titolo principale di copertina é per i Top Cabernet del Nuovo Mondo. Gli altri titoli sono per i migliori crus bourgeois di Bordeaux , i vini del Rodano settentrionale del 2015, l’uomo dell’anno di Decanter. E ancora (più in piccolo): Rossi sud-americani, Chardonnay del Sud Africa, Viaggio in Stiria.Dopo la  bella immagine a colori, a due pagine, delle vigne di Steenbock, Western Cape, in Sud Africa, e l’editoriale di John Stimpfig (su Steven Spurrier, l’uomo dell’anno di Decanter),  seguono le notizie del mese: in evidenza gli incendi in Cile, le preoccupazioni per il bosco della collina di Corton a rischio speculatori, tensioni tra i vignerons della Languedoc per le importazioni dalla Spagna, ed anche una notizia che ci riguarda (l’imminente riconoscimento delle terre del Prosecco per il World Heritage).  Le lettere dei lettori introducono le pagine degli editorialisti. La prima é quella di Andrew Jefford, che discute se e perché i vini rosé esprimano oppure no il terroir di provenienza con più difficoltà dei  bianchi e dei rossi. Hugh Johnson ritorna sulle differenze tra le filosofie di Bordeaux e  Borgogna, infine Elin Mc Coy, nella sua Lettera da New York, parla dell’invasione di bollicine inglesi negli Stati Uniti. Eccoci al primo servizio, dedicato ai migliori Cabernet del Nuovo Mondo, compresi nella fascia di prezzo tra 13 e 40 pounds. A farla da padrona é l’Australia, che piazza 8 vini tra i primi dieci, oltre  primi quattro  della classifica. Tra i vini di vertice, unici estranei, un rosso di Maipo (Cile), al 5° posto, e un sudafricano di Stellenbosch (Sud Africa), al 9°. E dopo continua così, perché sono sempre i vini  australiani a godere del maggior favore del comitato di degustazione di Decanter, aggiudicandosi 6 posti tra i secondi dieci. Per il resto: Sud Africa e Cile, soprattutto. Il primo vino californiano (dalla Napa Valley) si vede in 15a posizione. Il servizio seguente é dedicato al vincitore del premio di Decanter di uomo dell’anno, assegnato, per il 2017, a Steven Spurrier. Il ritratto biografico tracciatone da Stimpfig  é completato dai tributi di altri uomini e donne del vino nel mondo. I vini del Nord Rodano sono, come sempre,  all’esame dello specialista di questa zona della Francia John Livingstone-Learmonth, che  descrive l’andamento  dell’annata 2015, da alcuni ritenuta l’annata della vita. Quasi 100 (98 punti) per il Côte Blonde Côte Rôtie di René Rostaing, Le Gréal Hermitage di Marc Sorrel, il Reynard Cornas di Thiérry Allemand. Ancora: Pézenas, in Languedoc, é il terroir esaminato questo mese per Decanter da James Lawther, con sei produttori da tenere sott’occhio; poi si parla dei “nuovi” rossi argentini, più freschi e meno omologati (ovviamente, sempre Mendoza in pool). Questa volta é una cantina tedesca, della Rheinessen, quella oggetto del profilo di un produttore del mese: la Weingut Keller. Nata nel 1789 , fondata da uno zurighese trasferitosi in Germania, possiede una serie di prestigiosi grands crus. Il suo Riesling G-Max 2015 vale 100 punti per William Kelley, ma due Grosses Gewächs della stessa annata sono stimati 99 punti. Gli articoli che seguono, prima della sezione dedicata ai Panel tastings: il primo é dedicato ai Carmenere cileni, il secondo al bianco Gorgona, il vino dei carcerati prodotto da Frescobaldi nell’isola toscana. Eccoci dunque alla Buying Guide. I due Panel tastings sono dedicati rispettivamente ai cru bourgeois  bordolesi del 2014 (al vertice, e non é una sorpresa, Le Crock, St.-Estèphe, insieme con Mongravey, Margaux), e agli Chardonnay sudafricani dell’annata 2015 : sette vini sono ritenuti outstanding dal comitato di assaggio, cioé con punteggi uguali o superiori a 95. La sintesi dei primi é firmata da Jane Anson, quella dei vini sudafricani da Tim Atkin. Ancora vini cileni in esame: questa volta é Christelle Guibert a scegliere i migliori bianchi (ancora Chardonnay e Sauvignon) e rossi da classici vitigni francesi (Syrah, Pinot Noir, Grenache, Cinsault). I Weekday wines di questo mese sono scelti ancora da Christelle Guibert: tra questi ci sono anche un Pignoletto dei Colli Bolognesi, una Malvasia istriana dell’Isonzo, un rosso toscano (un Sangiovese del ’97, il Grato Grati), e, in evidenza, un Etna rosso, l’Allegracore di Fattorie Romeo del Castilla. Dopo la pagina di Nina Caplan (vini e gourmandises),é la volta dei ristoranti (Aquavit a Londra, e Terra, a St. Helena, in California), quindi l’itinerario di viaggio: in Austria, nella Stiria (hotels, ristoranti, shopping). Come di consueto, a chiudere il numero, sono le Notes & Queries, il vitigno da conoscere (il Roter Veltliner), il Market Watch . Formidabile l’ascesa di Palmer, dalla 36a posizione al gruppo dei 10 vini top. Infine la leggenda del vino: Beaulieu Vineyard, Private Réserve 1947 Georges de Latour.

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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